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Le dismesse miniere d'Abruzzo tornano a vivere affermando la loro identità in nome di un turismo "slow"

Approvata in consiglio regionale la legge avanzata dal centrosinistra per la loro riqualificazione e valorizzazione, la soddisfazione di Blasioli (Pd): "Un sì unanime che certifica il valore della nostra proposta"

Non solo la valorizzazione del patrimonio storico, archeologico, paesaggistico e ambientale, ma anche uno strumento di sviluppo turistico-culturale “slow” e “on-air” con il valore aggiunto, per alcune realtà, di essere riconosciuti anche come “geositi”: le dismesse miniere d'Abruzzo con il pescarese che ne conta ben 22, saranno oggetto di un vasto progetto di riqualificazione e rilancio. Il tutto grazie all'approvazione, con voto unanime in consiglio, della legge regionale presentata dal centrosinistra per farne luoghi identitari e attrattivi. Soddisfatto, in particolare, il consigliere regionale del Pd Antonio Blasioli che spiega l'articolata composizione di una legge organizzativa delle attività che dovranno trasformare il patrimonio minerario abruzzese in una grande opportunità. Secondo i dati Istat 2016 in Abruzzo sono 40 i giacimenti abbandonati. Miniere che hanno fatto la storia del territorio per buona parte del '900 e che rischiavano di essere dimenticate. “Oggi – spiega Blasioli - la Regione Abruzzo si dota di uno strumento legislativo che consente da un lato di riordinare la situazione delle miniere dismesse presenti sul territorio regionale e metterle in rete e dall’altro permette, sulla base di precisi criteri autorizzativi, di una specifica formazione degli operatori che prevede l’attribuzione di determinate responsabilità, la valorizzazione e un riutilizzo a fini scientifici, culturali, paesaggistici e turistici dei siti, in un’ottica di sostenibilità e di piena sicurezza. Il tutto, sarà attuato attraverso un percorso che vedrà la partecipazione di tanti attori coinvolti, dagli enti locali, alle associazioni, fino agli enti parco e alla soprintendenza”.

Una legge nata sulla scia di quanto già fatto in Lombardia, Liguria, Piemonte, Sardegna e Valle d'Aosta, per un tema protagonista anche di iniziative parlamentari e che in Abruzzo si è già tradotta in iniziative come quella che ha visto protagonista il comune di Lettomanoppello che l'anno scorso ha inaugurato “sentiero dei minatori”, che porta ai siti minerari di Santa Liberata, la galleria del ponte e la miniera Iconicella. Diversi gli aspetti regolati con la nuova legge regionale. In particolare all'art.5 si prevede un censimento dei giacimenti presenti in Abruzzo, cosa per la quale sono stati stanziati 80mila euro. Non solo, previste anche precise regole per avere le autorizzazioni necessarie ad utilizzarli, oltre che per garantire la sicurezza di chi andrà a visitarli. Per questo si prevede anche la formazione di operatori accreditati per le visite turistico-culturali. Non manca l'attenzione alle bonifiche lì dove si prevede che queste vadano portate avanti mantenendo nel modo migliore possibile, le strutture e i manufatti del tempo e senza alterare la morfologia del patrimonio minerario originario. Soddisfatti del risultato ottenuto tutti i consiglieri proponenti, a cominciare da quelli del Pd Dino Pepe e Silvio Paolucci con quest'ultimo che afferma: “oggi l’Abruzzo ha una norma programmatoria, che valorizza un pezzo di storia, un territorio e ne definisce nuovi indirizzi di destinazione, di riscoperta e fruizione. La richiesta che facciamo alla giunta Marsilio è di sostenere con giuste risorse questa norma e animarla di territorialità e collettività”. Il plauso arriva da diversi sindaci dei Comuni ricompresi in quelli che hanno miniere destinate e trovare nuovo vigore. Tra questi, oltre al sindaco di Lettomanoppello D'Alfonso e l'assessore comunale Arianna Barbetta, anche Gabriele Di Pierdomenico sindaco di Abbateggio, Antonio D’Angelo sindaco di San Valentino in Abruzzo Citeriore, Gianni Placido sindaco di Turrivalignani, cui si aggiunge il consigliere comunale di Scafa Dino Marangoni. Blasioli un ringraziamento particolare lo ha rivolto al Graim (Gruppo di ricerca di archeologia industriale della Majella), che nel corso degli ultimi 8 anni ha contribuito alla riscoperta di decine di miniere e centinaia di accessi in Abruzzo e riportato alla luce resti delle infrastrutture industriali, al Cars (Centro appenninico ricerche sotterranee), alla federazione speleologica abruzzese Ets e all'associaizone "Marcinelle per non dimenticare" di Manoppello.

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