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Nuova Pescara, Mattoscio: "Spoltore voti sì al rinvio di un anno, non ci sono rischi di iniquità"

Il presidente della fondazione Pescarabruzzo e il presidente Claudio Croce rassicurano e chiedono di andare avanti compatti verso l'unica soluzione possibile per vincere le sfide economiche e sociali

“Oggi parliamo dell’attuazione di una legge che ha iniziato il suo iter nel 2010. Siamo nel 2022 e ancora non riusciamo a chiudere. E' evidente che c’è un problema, ovvero è in discussione la volontà a realizzare realmente il progetto. La verità è che non ci si vuole confrontare con il tema vero, ossia che non tutti sono convinti sulla opportunità di attuare il progetto. Eppure viviamo in un’epoca che a livello mondiale sta determinando stravolgimenti inimmaginabili, a partire da quelli economici”.

A dirlo è stato il presidente della fondazione Pescarabruzzo Nicola Mattoscio nel corso della commissione sulla Nuova Pescara. Un chiaro messaggio all'amministrazione di Spoltore che sul rinvio della fusione al 2024 non si è ancora espressa. Rischi di iniquità, ha assicurato, non se ne correrebbero dato che la legge regionale prevede che “per i primi cinque anni dalla nascita della nuova città il sistema tariffario della tassazione locale può restare immutato, per i primi cinque anni non si tocca nulla”, ha sottolinea”. Un tema molto discusso questo così come quello che riguarda gli indebitamenti e in particolare quello di Pescara alle prese con la procedura di predissesto. come quello dei debiti che in particolare Pescara ha visto la procedura di predissesto.

Timori di iniquità e rallentamenti tali nel processo di fusione che per il presidente del consiglio comunale di Spoltore Lucio Matricciani non si potrebbero risolvere in un anno. Parlando con IlPescara aveva chiaramente espresso la sua posizione riferendo di aver chiesto ai consiglieri di non votare il rinvio così che la Nuova Pescara nasca direttamente il 1 gennaio 2023 con l'arrivo di un commissario che si dovrebbe poi occupare di portare avanti tutte le procedure. Questo perché, aveva detto, un anno servirebbe solo a rinviare “una catastrofe annunciata”.

Nel caso in cui Spoltore non decidesse per il rinvio non ci sarebbe alcun rinvio perché il sì di Pescara e Montesilvano non basterebbe. L'unica alternativa sarebbe una legge regionale, ha spiegato ancora Mattoscio. “C'è un problema di legittimità – afferma -: due consigli comunali hanno deliberato; il terzo non ha legittimamente deliberato e a questo punto chi ha il diritto di prevalere? Due Comuni che pure rappresentano circa 160-170mila abitanti o il terzo? Si sta oggi ponendo chiaramente un problema di democrazia”, chiosa.

Per il presidente della fondazione, la Nuova Pescara deve nascere e l'anno in più deve essere utile a definire tutto il necessario per arrivare pronti all'appuntamento sebbene fino ad oggi ogni aspettativa sia stata disattesa. “E' l'economia stessa che impone delle trasformazioni e nuove definizioni dei confini territoriali – aggiunge - Pensare di governare un Paese con ottomila comuni significa non andare da nessuna parte, abbiamo problemi di prossimità oggi insuperabili che rischiano di bloccare anche iniziative come i progetti e i finanziamenti del pnrr (piano nazionale di ripresa e resilienza)”.

Un passaggio chiave, ha aggiunto il presidente della commissione Caludio Croce sarà quello della costituzione dei Municipi che dovrà affiancare la nascita della Nuova Pescara. Realtà, sottolinea, “che non dovranno essere delle stanze chiuse o dei carrozzoni, ma dovranno svolgere una specifica azione propulsiva, garantendo un legame forte con i territori e dovranno poter contare sulla disponibilità personale di risorse adeguate. La costituzione della nuova città, attraverso la fusione di Pescara, Montesilvano e Spoltore, non andrà a cancellare identità e storia, ma piuttosto dovrà avere la capacità di farsi carico dei problemi di valenza strategica di tutto il bacino del medio Adriatico, ed è questa la realtà in via di costituzione che è stata prefigurata dal professor Nicola Mattoscio, membro del Comitato promotore per la nascita de La Nuova Pescara, ascoltato oggi in Commissione, per fissare punti e paletti su quel processo legislativo e amministrativo ancora in itinere”, sottolinea cercando di rassicurare proprio gli amministratori di Spoltore. Mattoscio, facendo leva su quei cinque anni che metterebbero al sicuro da eventuali sbilanciamenti, sottolinea come tra l'altro si potrà “sperimentare il federalismo fiscale comunale” proprio perché “la norma consente e prevede la nascita dei Municipi che dovranno poter contare su risorse adeguate per essere operativi. La Nuova Pescara dovrà essere una città leggera che si farà carico dei problemi di valenza strategica di tutto il bacino del medio Adriatico, lasciando ai Municipi molte competenze. Ovviamente per realizzare tale progetto occorre avere una visione, che ci consenta di definire anche quante risorse vanno assegnate ai Municipi e quante alla Nuova Pescara, una visione di una nuova grande città che dovrà avere la capacità e il coraggio di rapportarsi direttamente con gli organismi centrali di governo e con l’Europa”.

L'auspicio del professore è dunque che il Comune di Spoltore “possa condividere il rinvio al 2024, per poi individuare delle soluzioni amministrative che consentano una serena transizione verso la nuova città, confutando anche dubbi, perplessità, timori”. “Fondere i comuni di Spoltore, Pescara e Montesilvano – conclude Croce – significa creare nuove opportunità in prospettiva europea, essere pionieristici e dare un futuro migliore alle prossime generazioni”.

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