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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Commissione Finanze, Sospiri e Foschi contro Ranieri: "Perchè non si è ancora dimesso?"

Il consigliere comunale e il capogruppo del Pdl rinnovano la richiesta di dimissioni nei confronti di Renato Ranieri, Presidente della Commissione consiliare Finanze: "Fa orecchie da mercante, ma da quella poltrona se ne deve andare"

Il consigliere comunale Lorenzo Sospiri e il capogruppo del Pdl Armando Foschi rinnovano la richiesta di dimissioni nei confronti di Renato Ranieri, Presidente della Commissione consiliare Finanze.

L'ex consigliere del Popolo della Libertà, oggi passato all’opposizione con Fli, era stato invitato già un mese fa a lasciare il proprio incarico, ma "di dimissioni proprio non vuol sentirne parlare - afferma Sospiri - Ranieri fa orecchie da mercante e spera che, facendo passare il tempo, la maggioranza si dimentichi della sua presenza su una poltrona che non gli spetta. Ma da quella poltrona se ne deve andare e senza cincischiare, per garantire l’operatività della struttura. Se ha dei contributi da dare al governo della città, lo farà per sua scelta da consigliere di centrosinistra qual è oggi". 

Ranieri si difende affermando che "Pescara ha problemi più importanti di cui occuparsi" rispetto alle sue dimissioni, e Sospiri replica: "Faccia poco il moralizzatore. Anche lui avrebbe avuto il dovere di occuparsi di faccende ben più serie inerenti la città rispetto alla polemica sui biglietti gratis per lo Stadio”. Ranieri constata che le sue dimissioni sono "quanto mai opportune", ma poi - sottolinea Sospiri - "per l’ennesima volta si lascia sfuggire l’occasione di un’uscita di scena nobile e giusta, e di nuovo ritrae la mano, aspettando una sfiducia che, mi spiace per lui, arriverà". Anche Foschi attacca Ranieri, dichiarando:
“Siamo in attesa che riconsegni ciò che evidentemente non ha conquistato per le proprie indubbie capacità professionali, ma che gli era stato assegnato solo per militanza politica e che va ora riassegnato a un consigliere di maggioranza. Le sue dimissioni sono dunque oggi un atto moralmente dovuto, anche per non paralizzare i lavori della Commissione stessa e garantirne l’operatività”.

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