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Civitarese replica al M5S sul Parco Centrale nell'area di risulta: "Ecco come stanno le cose"

Riportiamo integralmente la nota dell'assessore al Governo e Sviluppo del Territorio in risposta alla consigliera pentastellata Erika Alessandrini: "Dibattiti e confronto devono fondarsi sui fatti che sono piuttosto diversi dalla rappresentazione offertane dai 5 Stelle"

In tali tipologie di strade, in virtù di tali caratteristiche, si può raggiungere un limite di velocità di 70 km orari! Non so da dove si possa desumere che vogliamo fare qualcosa del genere (a Pescara salvo l’asse attrezzato/tangenziale questa tipologia non esiste), poiché nel progetto è palese che faremo una “strada ad unica carreggiata con almeno due corsie, banchine pavimentate e marciapiedi”, vale a dire ciò che il codice della strada definisce “strada urbana di quartiere”. Questa viabilità, che dovrà essere concretamente regolata con il nuovo piano del traffico in corso di elaborazione, punta esattamente a consentire che il traffico automobilistico si allontani dal centro, così come previsto nei nostri atti di programmazione, per essere rimpiazzato dal trasporto pubblico di massa nella dorsale centrale della città e che provenendo da via Castellammare utilizzerà proprio via Silvio Pellico per immettersi su C.so Vittorio Emanuele, mentre all’interno dell’area del Parco centrale vi sarà un percorso ciclo-pedonale che si ricollegherà alla pista ciclabile di via De Gasperi. Non sembra che cinque ettari di ‘bosco urbano’ sia non avere a cuore il verde.

La previsione al suo interno di alcune attività di servizio e commercio in forma di strutture a padiglione, oltre ad aumentarne l’attrattività, assume una funzione di “presidio”, mentre gli edifici, come più volte detto, sono “di bordo”, al di fuori del parco propriamente detto. Forse si potrebbe semplicemente glissare sul ricorso al solito vocabolario da ‘politica in trincea’, che evoca svendite, regali alle banche, etc. Mi pare però sia opportuno ricordarci che quello che stiamo facendo è mettere in piedi un progetto che possa raggiungere (concretamente e non a proclami o battute) obiettivi collettivi.

Ricorrere anche a investimenti privati per fare questo, in un mondo reale in cui i soldi non piovono dal cielo, è comune in tutta Europa, applicando le direttive dell’Unione. In questo mondo reale, dove da più di trent’anni vediamo una distesa di ettari di cemento e lamiere di automobili nel cuore della città, occorre usare anche termini forse meno accattivanti, quali fattibilità nonché valutazione e ponderazione degli interessi nel perseguimento con umiltà di obiettivi grandi ma possibili.

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