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Il centrosinistra angolano sul nuovo impianto biodigestore a Piano di Sacco: "Critiche e perplessità legittime"

Il Pd - Insieme per Città Sant'Angelo e Sinistra Italiana tornano sulla questione dell'impianto di biodigestione dei rifiuti che Ambiente Spa vorrebbe realizzare sul territorio angolano

Nuovo intervento del centrosinistra di Città Sant'Angelo in merito alla questione della realizzazione del nuovo impianto biodigestore di rifiuti che Ambiente Spa vorrebbe realizzare in località Piano di Sacco, al centro del dibattito politico nelle ultime settimane. Secondo il PD - Insieme per Città Sant'Angelo e Sinistra Italiana, i sostenitori del progetto hanno tentato di sminuire le diffidenze e le perplessità della comunità angolana parlando di effetto Nimby, ovvero l'abitudine da parte dei residenti di una località di opporsi alla realizzazione di impianti ed opere pubbliche impattanti.

"In realtà le critiche tutt’altro che pretestuose muovono dalla volontà di voler preservare il patrimonio identitario di quella zona, la sua vocazione agricola, la necessità di tutelarla da ulteriori insediamenti sui trattamento di rifiuti. Del resto in loco ci sono abitazioni, attività ricettizie, ristoranti, ragioni per sollecitare una riflessione più attenta sulla localizzazione del progetto. Trattandosi di un impianto di una capacità importante, che si prefigge di andare a servizio di tutta la Provincia di Pescara e forse non solo, in cui solo per una minima parte andrà a confluire la frazione organica di Città Sant’Angelo, sarebbe stato più opportuno che si procedesse di concerto tra tutti i comuni interessati con l’individuazione della migliore localizzazione, anche con un piano provinciale.

Le critiche per quanto ci riguarda si sono fatte più manifeste allorché abbiamo notato e non approvato lo strenuo tentativo dell’amministrazione Perazzetti di rimanere defilata, agli angoli, quasi a voler
dimostrare che tale scelta la subiva inerme. Già questo era sufficiente per contestarla. Non abbiamo affatto apprezzato l’incoerenza di molti degli esponenti dell’attuale Amministrazione che da promotori delle barricate, quando servivano per alimentare i dissensi nei confronti dei loro predecessori, hanno dismesso le vesti di oppositori e si sono travestiti da meri spettatori e moderatori di assemblee pubbliche."

Il centrosinistra ribadisce che Città Sant'Angelo si è ritrovata il progetto dell'impianto senza alcun preavviso, specificando che nessuno ha permesso di condividere il percorso che ha portato alla scelta della localizzazione ricordando che il 29 9 2016 fu affidato da Ambiente un incarica al Rup per individuare nel comune di Spoltore un progetto preliminare:

"Allora se così è, si era parlato e come di localizzare l’impianto a Spoltore; e perché non si è proceduto in quella direzione? Forse la risposta può essere cercata nelle dichiarazioni rilasciate da un amministratore del Comune
di Pescara nel lontano 2010, ancora amministratore di Pescara, che l’indomani di un’assemblea di Ambiente spa, ove l’allora presidente Sfamurri aveva comunicato che il consiglio d’amministrazione di Ambiente aveva ricevuto mandato a proseguire lungo la strada intrapresa, realizzando l’impianto all’interno del complesso di Colle Cese, si affrettava a bocciare l’iniziativa, ribadendo la posizione dell’amministrazione comunale di Pescara nettamente contraria alla realizzazione di eventuali impianti al confine con il suo territorio dichiarando:  “Mi preoccupa poi la scelta dell’area individuata per l’impianto: oggi quel terreno, tutt’altro che degradato, ha una destinazione agricola, ma il Comune di Spoltore, pur disponendo di un’alta percentuale di aree artigianali, ha comunque approvato una modifica della destinazione delle aree, senza pensare alle centinaia di mezzi che ogni giorno attraverseranno le nostre strade, all’incremento del traffico pesante, con risvolti abnormi per la popolazione. È dunque chiaro che non riteniamo affatto qualificante un progetto del genere che rischia di avere pesanti conseguenze in termini ambientali per Pescara”. Per questo, dunque, il centrosinistra angolano si chiede infine se l'effetto Nimby possa valere solo per la comunità angolana.

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