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Caro bollette, le proposte del centrosinistra alla Regione: "Un fondo per le imprese e aiuti alle famiglie, i fondi ci sono"

I consiglieri di minoranza avanzano le loro idee e chiedono all'ente di intervenire immediatamente per evitare le potenziali gravi conseguenze che si avranno con i rincari

Il centrosinistra regionale si appella alla maggioranza di governo per lavorare insieme a soluzioni che permettano a imprese e famiglie di affrontare il caro bollette che già ora pesa moltissimo su tutti i settori, case incluse.

Con i rincari il rischio è di vedere tante imprese messe in ginocchio per questo per loro i consiglieri del Partito democratico e delle liste Legnini presidente, Abruzzo in Comune e quelli del gruppo misto chiedono di istituire un fondo. Due le ipotesi, a fondo perduto o rotativo di finanza agevolata, ma con lo stesso obiettivo: ridurre i consumi energetici e dunque le emissioni e consentire di installare impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile per l'autoconsumo, dando priorità alle tecnologie ad alta efficienza. Si chiedono quindi check-up energetici gratuiti per le piccole e medie imprese (pmi) e le microimprese, così che le singole realtà possano attuare le azioni più utili al risparmio e che prevedono le spese minori al fine di evitare sprechi. Alla Regione si chiede anche di lavorare a misure strutturali, a partire dalla formazione, inserendo nel catalogo formativo figure professionali specialistiche che operano nel campo dei servizi energetici, delineandone ruolo, funzioni, compiti e prospettive di sviluppo a vantaggio delle pmi.

Quindi le famiglie per le quali si chiedono interventi urgenti, soprattutto per quelle che risiedono nei comuni montani, su cui inevitabilmente con il freddo il rincaro del gas peserà in modo maggiore: agevolazioni finanziarie e fiscali, contributi o bonus sociali le azioni da mettere in campo.

I consiglieri regionali Silvio Paolucci, Dino Pepe, Pierpaolo Pietrucci, Antonio Blasioli, Americo di Benedetto, Sandro Mariani, Marianna Scoccia raccolgono quindi l'appello delle sigle rappresentative del mondo dell'artigianato, del commercio, della piccola industria, dei servizi e del turismo e chiedono all'ente di prendere esempio dalle altre regioni che, sostengono, si stanno già muovendo in questo senso.

Il centrosinistra ha anche individuato le possibili risorse cui attingere per far fronte a quella che si prospetta come una vera e propria emergenza che tale in realtà già lo è. Le risorse che si possono utilizzare, sostengono, sono i “41,21 milioni di euro derivanti dalla scadenza delle cartolarizzazioni per i disavanzi sulla sanità e i 17 milioni di euro di minore spesa legati al piano di rientro e, a partire dal 2023, le maggiori risorse provenienti dai canoni idrici. Ma non solo. Occorre infatti prevedere accanto alle misure urgenti per fronteggiare il caro energia anche interventi strutturali finalizzati all’efficienza energetica degli edifici e dei processi produttivi, attraverso le ingenti risorse del pnrr (piano nazionale di ripresa e resilienza), quelle del nuovo ciclo di programmazione dei Fondi Eu 2021/2027, che stenta a partire, ma anche i fondi a disposizione del Por Fesr 2014/2020, che conta ancora 122,65 milioni che non sono ancora oggetto di pagamenti”.

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