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La deputata Torto (M5s) visita il carcere: "Presenterò un'interrogazione al ministro Cartabia"

La casa circondariale di Pescara dovrebbe avere 160 unità della polizia penitenziaria ma in realtà sono solo 90

Visita nel carcere San Donato di Pescara della deputata del Movimento 5 Stelle, Daniela Torto.
“Ho visitato la casa circondariale", dice, "per rendermi conto di persona delle condizioni della struttura pescarese che, in seguito all’evasione avvenuta l’11 luglio scorso da un detenuto".

La Torto ha incontrato e si è confrontata con il personale della polizia penitenziaria: "Donne e uomini sul campo ogni giorno, costretti a turni di lavoro massacranti a causa di carenza del personale, ma anche sottoposti a forte stress a causa di strutture non adeguate”.  

Questo aggiunge l'esponente pentastellata: “Per comprendere la difficoltà a cui sono sottoposti gli agenti di polizia penitenziaria nello svolgimento del proprio dovere è sufficiente che esponga alcuni numeri: gli agenti in servizio per l’istituto di Pescara dovrebbero essere di circa 160 unità, ma attualmente concretamente in servizio sono meno di 90 (escludendo dal conteggio degli agenti assegnati all’istituto quelli che sono fuori dal servizio per varie cause). A questo si aggiunge anche la inadeguatezza della struttura: basti pensare che all’interno dei cortili dell’istituto penitenziario sono installati tubi di grondaia verticale in cui non è difficile arrampicarsi. Dunque ogni fuga da quell’istituto è solo una questione di tempo, considerando le criticità della struttura e la carenza di personale”.

Per questi motivi la Torto presenterà una interrogazione parlamentare per chiedere al ministro Cartabia quali iniziative intende intraprendere per risolvere le problematiche strutturali dell’istituto penitenziario di Pescara e se in futuro sono previste integrazioni di organico per avvicinarsi almeno alla numerosità di agenti previsti per quell’istituto.

“Dobbiamo essere grati agli agenti penitenziari e a tutti i lavoratori e le lavoratrici che operano in questi istituti, anche loro in condizioni disagiate", conclude la Torto, "tra cui personale medico, infermieristico, psicologi, assistenti sociali, mediatori culturali e altri a cui dobbiamo essere grati e mostrare non solo la nostra vicinanza, ma la nostra volontà politica per sostenerli concretamente come lavoratori, servitori dello Stato e cittadini. Più personale, più giovani e soprattutto maggiore assistenza anche dal punto di vista psicologico. La pandemia ha amplificato e moltiplicato le criticità già da anni denunciate. Per trovare soluzioni questi luoghi vanno visitati e bisogna conoscere a pieno la realtà in cui la polizia penitenziaria deve operare. Nessuno slogan, qui la politica tutta deve impegnarsi al fianco dei servitori dello Stato!”.

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