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Blasioli replica a Rifondazione Comunista sulla bonifica della discarica di Bussi: "Chi lavora per il territorio è il Pd"

Il consigliere regionale del Partito Democratico, Antonio Blasioli, replica a quanto detto da Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, e Salvatore La Gatta, sindaco di Bussi sul Tirino

«Chi lavora per il territorio è il Pd». 
A dirlo riguardo alla bonifica della discarica Tremonti di Bussi sul Tirino, è Antonio Blasioli, consigliere regionale del Pd nel replicare a Rifondazione Comunista.

«Le dichiarazione dei due esponenti di Rifondazione comunista come al solito sfuggono alla realtà dei fatti e non contribuiscono a svelare agli abruzzesi la verità. Con queste poche righe di replica spero di poter aiutare a comprendere», dice Blasioli.

Che poi fornisce la sua versione dei fatti: «Riaffermiamo la nostra richiesta, avanzata ormai in ben due conferenze stampa: il 12 luglio e il 15 novembre scorsi. Noi abbiamo chiesto che la Regione Abruzzo, insieme al Comune di Bussi, incontri il ministero dell’Ambiente e verifichi se i nostri dubbi (che sono gli stessi per cui per 19 mesi il ministero giallo-verde [senza Pd] non ha sottoscritto il contratto con DecDeme, sulla bonifica delle aree ex 2A e ex 2B) siano fondati e, se legittimi, si cambi strategia. Questo abbiamo detto e questo ribadiamo per il nostro territorio. Che il Pd, che chiede il rispetto del “chi inquina paga”, a loro dire sarebbe complice di chi ha inquinato, è una fantasia degna di un film della Walt Disney, come pure l’illazione che sottoporremo a rilettura del nostro partito che vorrebbe bloccare la bonifica. Basterebbe leggere ogni nostra posizione, dalla relazione della commissione, ai comunicati, alla conferenza stampa del 12 luglio 2021 (integralmente reperibile online) fino a quella del 15 novembre scorso, per comprendere la posizione del Pd, che sostiene che della bonifica se ne faccia carico chi ha inquinato, cioè Edison. Del resto Edison, su richiesta del Ministero, aveva presentato il progetto di bonifica e questo progetto comprendeva anche le aree dei capannoni Ex Iprite e fosgene, attualmente di proprietà del Comune di Bussi e non comprese invece nella bonifica DecDeme che si basa sul progetto Goio. Quindi, se c’è chi deve spiegare la posizione pubblicamente, è chi con la stessa posizione di Fratelli d’Italia, anziché spingere per la bonifica di Edison che ha inquinato, spinge per una bonifica di un privato che lo fa con fondi pubblici,  salvo richiederli successivamente al soggetto riconosciuto inquinatore, fondi che potrebbero essere utilizzati per altri settori di un Sin (sito di interesse nazionale) che conta 232 ettari (e ancora tanti a Bussi) e non solo le aree fin qui citate, ma soprattutto in base ad un progetto di bonifica che ha già sollevato molti dubbi tecnici, non da noi, ma dal Consiglio superiore dei lavori pubblici e dai dirigenti, che mai lo hanno voluto sottoscrivere. Preciso che i fondi di cui alla L. 10/2011 sono stati fortemente voluti e stanziati, ricordiamolo, proprio dal Pd».

Poi, sempre Blasioli aggiunge: «Il Pd, in due conferenze stampa pubbliche, ha sollevato dei dubbi e li ha sollevati sulla base della documentazione studiata. Non abbiamo la sfera di cristallo per prevedere il futuro, ma sappiamo che i dubbi sollevati sono tutti lì sul tavolo e sono queste criticità che ci fanno ancor di più propendere per la bonifica a carico di Edison, che aveva presentato il progetto dopo una diffida proprio del Ministero dell’ambiente e che avrebbe proceduto con i giusti tempi tecnici previsti dalla norme. E’ vero che il capping realizzato sulle aree 2A e 2B, anche quello fortemente voluto e portato a casa dal PD e sempre a carico di Edison, ha rallentato la liscivazione e la contaminazione delle falde, ma la bonifica va iniziata il prima possibile e nutriamo dubbi che questo procedimento di DecDeme possa partire ad agosto 2022, come sostengono i rappresentanti di Rifondazione. Lo abbiamo detto e a loro ricorderemo ogni scadenza del cronoprogramma che non verrà rispettata. Per noi è fondamentale che queste criticità vadano approfondite, senza interrompere di un solo giorno il procedimento, che peraltro è in fortissimo ritardo, come abbiamo dimostrato, al fine di capire se questo che passa non sia tempo perso e un ennesimo buco nell’acqua. Riteniamo quindi, come abbiamo detto in conferenza stampa, che se i dubbi sollevati si dovessero rivelare insormontabili, vada valutata una via alternativa che preveda il coinvolgimento diretto di Edison. La conferenza stampa di Rifondazione, tuttavia, ci avrebbe appassionato di più se si fosse parlato meno del Pd e più dei dubbi che abbiamo sollevato. Ci dirima, quindi, Rifondazione questi dubbi, ci spieghi se i rilievi tecnici sono inventati, ci spieghi mai sostiene un progetto che lascia fuori le aree che il Comune di Bussi ha provveduto ad acquisire benché inquinate, ci spieghi perché non ha reso pubblici i dubbi che abbiamo sollevato noi, con spirito costruttivo, nella conferenza stampa, che sono gli stessi che l’esponente di Rifondazione conosceva, avendo partecipato alla conferenza di servizi del 25 giugno 2021 e ci spieghi come, sulla base del percorso illustrato, è certo che la ditta individuata supererà il vaglio dell’organismo di valutazione entro novembre, come indicato dal cronoprogramma. Ci spieghi come si può sostenere che ad agosto 2022 partirà la bonifica se siamo ancora ad un progetto definitivo (ma non esecutivo) e che dovrà ancora essere sottoposto a valutazione, per cui non è certo che supererà i rilievi critici già evidenziati all’epoca dal Consiglio Superiore dei lavori pubblici, quando la società che dovrà effettuare questa valutazione non inizia ancora a lavorare. Inoltre, sveliamo anche un altro aspetto che spogli la strumentalizzazione posta in essere e aiuti tutti a comprendere perché questi dubbi non siano solo i nostri. L’aggiudicazione del progetto di bonifica a DecDeme è del febbraio 2018. Il Governo era un Governo giallo-verde e non ha proceduto alla sottoscrizione del contratto per i tanti dubbi sollevati dai dirigenti, i quali, dobbiamo presumere, non abbiano voluto firmare il contratto con la società. Solo a settembre 2019 il Pd ha avuto il suo rappresentante al Ministero. Qualche domanda ce la dobbiamo porre se in 19 mesi nessuno ha sottoscritto il contratto. Rifondazione attribuisce al Pd questa colpa, ancora una volta strumentalizzando la vicenda, ma buttando fumo negli occhi della cittadinanza. Il Consiglio di Stato ha bocciato la revoca in autotutela degli atti di aggiudicazione sul punto decisivo del passaggio dei 18 mesi di tempo previsti dalla norma per procedere alla revoca, ma i dubbi tecnici sono rimasti tutti ed è proprio per questi dubbi che, a fronte di un progetto di bonifica pronto a partire, quello di Edison, che è il soggetto inquinatore, noi riteniamo che potrebbe avere meno rischi, essere più giusto e rispondente al principio del “chi inquina paga” e soprattutto essere più completo, comprendendo tutte le aree, anche quelle dei capannoni che con l’altro progetto resterebbero fuori, ma come abbiamo più volte precisato, non siamo contrari ad un progetto di bonifica diverso se è attualizzabile e concreto». 

Questa la conclusione del consigliere regionale democratico: «Un appunto, infine, per quel che riguarda la bonifica di Tre Monti, che partirà la prossima settimana e che rappresenta un risultato enorme; non una sola parola è stata spesa dai due esperti per rimarcare il ritardo della Regione Abruzzo. Da chi tiene al territorio ci si sarebbe attesa una parola durante i ritardi nella concessione dell’Autorizzazione Unica Ambientale, ma di questo si è occupato solo e sempre il Pd, che oggi giustamente esulta per l’avvio della bonifica che ci ha visti impegnati, come sono stati determinanti e lo abbiamo riconosciuto: Procura della Repubblica, Corpo forestale dello Stato, Avvocatura di Stato. Insomma, nulla di nuovo sotto al sole di Rifondazione che, anziché cercare le vere colpe e riscontrare l’impegno, mai ha detto una parola tra la data dell’approvazione del progetto di bonifica, che risale ad agosto 2018, fino a ieri, né quando si dovevano sollecitare gli atti autorizzativi della Regione, colpevolmente tardivi, né quando si doveva individuare il vero responsabile del ritardo. Per fortuna le nostre attività in Consiglio regionale sono pubbliche e mi riferisco non solo alla Commissione d’inchiesta, ma anche all’interpellanza discussa il 29 settembre 2020, che evidenziava questi enormi ritardi della Regione, ritardi riconosciuti dall’Assessore regionale Campitelli, come si può leggere dagli atti. Voglio sperare che questa ennesima precisazione aiuti a superare la smania di protagonismo di qualcuno e induca ad un atteggiamento più cauto nel solo interesse della bonifica e del territorio».

Una forza politica che s’impegna, studia e cerca di anticipare quello che potrebbe accadere è ciò che è il PD in Val Pescara e per questi obiettivi mai ci tireremo indietro.

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