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Blasioli (Pd) sulla chiusura del centro diurno integrato: "Pescara deve avere una casa famiglia psichiatrica"

Il consigliere regionale del Pd commenta la decisione della Asl di chiudere il centro diurno integrato per l'accoglienza dei pazienti psichiatrici in via Vespucci

Trovare subito una soluzione condivisa per i pazienti del centro diurno integrato in via Vespucci, chiuso dalla Asl a partire da oggi 23 settembre. Lo ha chiesto il consigliere regionale del Pd Antonio Blasioli, commentando la replica della Asl riguardante le motivazioni che hanno portato alla chiusura immediata del Centro, e che secondo il consigliere disattendono gli impegni presi davanti all'ispettorato territoriale del lavoro il 14 settembre scorso e dinanzi al prefetto il 5 agosto:

"Mi è stato raccontato come sono stati trattati-allontanati i pazienti nella loro dimissione dalla struttura, con comunicazione definitiva data solo 24 ore prima e, tra l’altro, questa mattina c’è ancora un paziente che deve lasciare la struttura e non sa dove dovrà andare. Fortunatamente, dopo un mio intervento, la ASL mi ha assicurato che il Centro di salute mentale proverà a convincere la persona ad accettare altra destinazione e spero che ciò porti a risultati.

Mi permetto di sottolineare che la Asl nella sua nota stampa odierna, afferma che il Centro diurno integrato “non ha i requisiti strutturali per svolgere attività sanitarie di una struttura con assistenza h 24”. Se così è, mi domando allora come sia stato possibile che il servizio socio-sanitario in questa struttura sia stato invece considerato idoneo e attivato e prorogato dalla Asl  dal 2014 ad oggi."

Blasioli ipotizza come soluzione l'apertura di una casa famiglia psichiatrica anche a Pescara come previsto dalla normativa regionale, simile a quella presente a Penne e che il nuovo appalto è un "ponte" di un periodo di un anno, in attesa del nuovo appalto pluriennale, condizione che permetterò alla Asl di assegnare l'appalto alla nuova cooperativa, creando però le condizioni di un'interruzione da lavoro di circa 7 dipendenti, nonostante la clausola di salvaguardia lavorativa inserita in capitolato e comportare anche l’impossibilità di essere riassorbiti, sia nell’immediato, sia a carico di chi vincerà l’appalto pluriennale.

"Per questo, sperando che sia salvaguardata l’incolumità dell’unico ospite rimasto nella struttura di via Vespucci, chiedo che la cooperativa uscente, quella subentrante e la politica regionale possano sedersi ad un tavolo ben prima del 4 ottobre, data fissata per il nuovo incontro all’Ispettorato del lavoro, al fine di trovare la giusta salvaguardia dei dipendenti e definire impegni futuri affinché una città come Pescara abbia una casa famiglia psichiatrica, altrimenti non escludo che della situazione complessa ma anche grave, possano essere informate le alte cariche istituzionali attese in città martedì."

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