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Venerdì, 26 Aprile 2024
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"Bella ciao" cantata dal PD in Consiglio Comunale: è bufera

L'opposizione ha chiesto conto a Mascia di una sua missiva anti Liberazione, arrivando a intonare "Bella ciao" in aula in segno di protesta. Pignoli (Fli) chiede le dimissioni del primo cittadino

La Festa del 25 aprile continua a rappresentare, anche a Pescara, un terreno di scontro ideologico anzichè una ricorrenza che dovrebbe unire gli individui, in quanto cittadini italiani. Ancora una volta, infatti, la politica finisce per predominare su ciò che invece, all'insegna della commemorazione, dovrebbe essere svincolato da appartenenze di partito, e rappresentare solo un monito - per tutti - su un fatto di sangue che più di 60 anni fa ha diviso il Paese.

Nonostante ciò, anche se quest'anno non si sono ripetute le polemiche sul discorso del sindaco in cui venivano omesse le parole "Resistenza", "Fascismo" e "Partigiani", la Liberazione torna a essere argomento di contrapposizione tra destra e sinistra. Tutto comincia da una lettera del primo cittadino Luigi Albore Mascia, pubblicata su Il Centro di oggi, in cui viene criticata la dirigente scolastica Assunta D’Emilio della scuola 11 febbraio 1944 per aver fatto cantare, durante la festa del 25 aprile, una versione "riveduta e corretta" dell’Inno di Mameli, mentre "Bella ciao" viene definita una "canzone di partito".

Oggi, in Consiglio Comunale, l'opposizione ha chiesto conto a Mascia di questa sua missiva, arrivando a intonare "Bella ciao" in aula in segno di protesta contro il sindaco. Per quanto riguarda l'Inno di Mameli, va detto che gli alunni della scuola avevano cantato il brano ''Bambini d'Italia'', versione rielaborata dal commediografo Marco Bricco, che sulle note dell'Inno originale aveva inserito un testo lodato anche dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Secondo il segretario cittadino del Pd, Stefano Casciano, Mascia "offende quanti hanno perso la vita per liberare l'Italia dal fascismo'' e ''conferma la sua ignoranza storico-politica quando si parla di Resistenza". Per il capogruppo di Fli, Massimiliano Pignoli, "Se il primo cittadino non invierà immediatamente una lettera di scuse, farebbe bene a dimettersi".

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