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Rifondazione Comunista scende in piazza contro gli aumenti delle bollette e il ripristino della legge Fornero

Prevista una manifestazione anche a Pescara, domenica 13 febbraio dalle 11 alle 12.30, in piazza Sacro Cuore con volantinaggio e raccolta firme nonché gli interventi del segretario provinciale Di Sante e del segretario nazionale Acerbo

Rifondazione Comunista scende in piazza contro gli aumenti delle bollette e il ripristino della legge Fornero. Prevista una manifestazione anche a Pescara, domenica 13 febbraio dalle ore 11 alle ore 12.30, in piazza Sacro Cuore con volantinaggio e raccolta firme nonché gli interventi del segretario provinciale Corrado Di Sante e del segretario nazionale Maurizio Acerbo. Sabato 12 febbraio, invece, dalle ore 10 alle ore 13 in Largo San Matteo, a Teramo, si terrà un presidio-conferenza stampa della Federazione provinciale teramana davanti alla sede della Prefettura, in concomitanza con il mercato cittadino settimanale. Durante l'iniziativa verrà effettuato un volantinaggio. Parteciperà anche il segretario provinciale Mirko De Berardinis. Le iniziative di Teramo e Pescara si terranno all'aperto, nel rispetto delle norme anti-Covid vigenti.

Ecco cosa si legge in una nota: "Vogliamo dire basta a una rapina sistematica su salari e pensioni che oggi si avvale di un’inflazione al 4,8% per cento per scaricare sui lavoratori gli effetti nefasti delle liberalizzazioni e della speculazione sui prezzi. Vogliono farci credere che gli aumenti delle bollette derivano dalla transizione ecologica, in realtà siamo di fronte al fallimento della liberalizzazione e della privatizzazione del settore energetico. Ci mobilitiamo per pretendere che il governo intervenga immediatamente contro il caro bollette, bloccando gli aumenti come in Francia e in Spagna; tagliando i profitti delle grandi aziende che distribuiscono e vendono il gas e l’energia elettrica; colpendo la speculazione finanziaria sui meccanismi di formazione dei prezzi di gas ed elettricità; eliminando oneri di sistema obsoleti, dare finalmente un taglio ad accise, addizionali regionali e iva, tasse pagate in prevalenza dai ceti popolari. Raccoglieremo anche le firme contro il ripristino della legge Fornero sulle pensioni, su cui proprio questi giorni si discute nei tavoli tra governo e sindacati, avanzando le nostre proposte per: la pensione a 60 anni o con quaranta di contributi; per le donne, pensione a 55 anni o 35 di contributi; non più pensioni sotto i mille euro; l’adeguamento integrale delle pensioni all’inflazione".

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