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Asta per il cementificio, Forza Italia: "Basta con la commedia delle parti"

Duro comunicato stampa del capogruppo regionale azzurro, Lorenzo Sospiri, sull'esito dell'asta per la vendita dello stabilimento di Pescara, situato in via Raiale: "D’Alfonso e Alessandrini la smettano di prendere in giro i cittadini"

Il capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo, Lorenzo Sospiri, interviene sulla vicenda della vendita all’asta del cementificio di Pescara (in via Raiale) criticando apertamente Luciano D'Alfonso e Marco Alessandrini. Ecco infatti cosa ha detto l'esponente azzurro:

“Sulla vicenda del cementificio di Pescara il Governatore D’Alfonso e il sindaco Alessandrini la smettessero di prendere in giro i cittadini e di recitare la ‘commedia delle parti’. A una ditta che spende una cifra ingente per acquistare un impianto chiuso da quasi tre anni, e che mira, evidentemente, a riaccendere quei forni sulla città, non si può rispondere di ‘non metterci amore’, limitandosi alle chiacchiere. Oggi la Regione ha uno strumento per impedire la ripartenza del cementificio: insieme all’Arta non conceda l’autorizzazione integrata ambientale, esattamente come ha fatto anni fa, con grande coraggio, il centro-destra, schierandosi dalla parte del territorio”.

Sospiri spiega che la Calbit Srl, l’impresa romana che in teoria si sarebbe aggiudicata lo stabilimento per 1 milione di euro, non avrebbe ancora confermato l’operazione. Le notizie, dunque, sono ancora frammentarie.

“Comunque – sottolinea il capogruppo – se la stessa notizia fosse vera, oggi abbiamo un quadro più chiaro: la Calbit sarebbe una media azienda, con 14 dipendenti, un fatturato chiuso al 2016 con 2 milioni e 900mila euro circa, e si dedicherebbe all’estrazione della pietra pomice di altri minerali. Ci pare dunque assurdo che qualcuno, ovvero il Governatore D’Alfonso, tenti di far credere ai cittadini che, in un momento di crisi dell’industria di proporzioni enormi, come quello che stiamo vivendo, ci sia un’azienda, di peso nazionale, che spende fior di centinaia di euro per acquistare e poi ristrutturare, per non sappiamo quale somma, una tale struttura al buio, senza avere già ben pianificato cosa fare con il cementificio di Pescara nel futuro più immediato. È evidente che gli acquirenti o hanno già valutato, anche in sede legale, la possibilità di ripartire e di riaccendere l’impianto, rimettendolo in funzione, oppure si tratta di un business che punta al mercato immobiliare urbanistico che rischia di rendere impossibile il costo della bonifica dell’area in caso di smantellamento, considerando quanto costerebbe l’eventuale esproprio o successiva acquisizione. A questo punto dalla Regione e dal Comune pretendiamo chiarezza e trasparenza”.

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