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Associazioni di protezione civile impegnate nell'emergenza Covid senza rimborsi, Catalano (Pd) presenta interrogazione urgente

La consigliera comunale democratica denuncia come le associazioni di protezione civile stiano pagando a proprie spese i servizi resi per i tamponi rapidi e i vaccini e siano per questo allo stremo

Le associazioni di protezione civile impegnate nell'emergenza Covid-19 sono allo stremo senza neppure un rimborso da parte di Comune di Pescara e Regione Abruzzo.
A denunciarlo è Stefania Catalano, consigliera comunale del Pd, che presenta un'interrogazione urgente.

La Catalano porta in consiglio comunale la situazione delle decine di volontari delle associazioni di protezione civile che instancabilmente, a proprie spese, stanno aiutando le istituzioni e i cittadini dall’inizio della pandemia e si sono fatti carico di decine e decine di giorni di screening di massa e vaccinazioni.

«Il sindaco, quale autorità di protezione civile, ha attivato i volontari delle relative associazioni per l’emergenza da Covid-19», spiega l'esponente democratica, «rendendo effettiva l’applicazione dei benefici previsti dalla legge. Nel 2019 è stata firmata apposita convenzione tra le organizzazioni di volontariato e il Comune ma al momento solo le prime hanno ottemperato agli obblighi, alle responsabilità e agli oneri previsti a garanzia del mantenimento dell'operatività nei servizi utili e necessari ai cittadini. Assente e inottemperante il Comune che doveva provvedere alla sola erogazione del contributo». 

Il sindaco Carlo Masci ha annunciato di voler beneficiare dei 5 giorni consentiti dal regolamento per rispondere. «Le associazioni di volontariato di protezione civile», aggiunge la Catalano, «dall’inizio della pandemia a oggi hanno soltanto recepito dall’amministrazione un piccolo contributo nel mese di giugno 2020 e alcun contributo da parte della Regione Abruzzo. Ora, in risposta alla richiesta delle organizzazioni, la Regione Abruzzo ha chiaramente precisato che la competenza per l’erogazione del contributo è del Comune, e il 12 aprile le stesse organizzazioni, tutte insieme, hanno manifestato l’esigenza di incontrare l’amministrazione al fine di poter avviare un’interlocuzione atta ad assicurare ancora i servizi forniti dalle stesse sino a oggi, ma nessun contributo o rimborso è stato ancora erogato. Non è un atteggiamento corretto: bisogna ricordare che la proroga dell’emergenza da Covid-19 comporta il perdurare dell’attività in appoggio al Coc e le associazioni di volontariato di protezione civile hanno sostenuto i costi attingendo alle proprie risorse economiche. In assenza dei contributi e rimborsi previsti dalla convenzione le organizzazioni non potranno continuare i servizi finora svolti. Ecco perché vogliamo conoscere le ragioni della mancata applicazione di quanto previsto dalla Convenzione, le motivazioni della mancata erogazione del contributo previsto dalla convenzione, le motivazioni del mancato riscontro alle richieste pervenute da parte delle organizzazioni di volontariato, i tempi previsti per l’erogazione del contributo visto che a tutt’oggi non vi è neanche richiesta ufficiale di tutta la documentazione prevista dalla convenzione. Non possiamo scaricare sui volontari i ritardi del Comune».

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