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Ancora un affondo dell'associazione Nuova Pescara: "La politica locale vuole rinviare la fusione per salvare qualche poltrona"

L'associazione torna sulla questione del possibile rinivo della fusione fra Montesilvano, Pescara e Spoltore

Nuovo intervento e nuovo attacco alla politica locale da parte dell'associazione "Nuova Pescara" in merito ai possibili rinvii della fusione fra Pescara, Montesilvano e Spoltore. L'associazione evidenzia come l'Abruzzo si stia distinguendo amaramente per i dati negativi sull'immigrazione, sul Covid e sulle difficoltà del sistema sanitario che danneggiano i cittadini, ma l'azione politica sarebbe tesa principalmente a rimandare al 2027 il processo di fusione:

"C'è un preciso calcolo  dietro questa poco edificante iniziativa. Per meglio dire, abbiamo a che fare con una classe politica, salvo poche e benedette eccezioni, impegnata allo spasimo nel tentativo di salvare una manciata di poltrone, espressione che nasconde grassi stipendi, lauti gettoni di presenza e, non ultimo, l'ambita capacità di influenzare l'incedere della macchina pubblica. Nelle prossime elezioni, per via della riforma, ci saranno meno deputati e meno senatori da eleggere. Significa che molti politici locali non potranno fare l'agognato salto al livello superiore, quello nazionale, e che diversi parlamentari ora parcheggiati a Roma retrocederanno nell'affollato  girone abruzzese. Nuova Pescara, che unisce il capoluogo di provincia a Montesilvano e Spoltore, toglie di mezzo due sindaci e decine di assessori e consiglieri. Agli occhi dei cittadini si tratta di un evidente miglioramento. Una liberazione."

Per i politici, secondo l'associazione, si tratterebbe invece di una sciagura e il governo regionale sarebbe ostile al processo di fusione in quanto sarebbero sacrificate quote di potere, con la giunta Marsilio che non ha prodotto alcun atto concreto per indurre il Governo a finanziare l'operazione amministrativa e burocratica.

"Anzi, non ha neppure messo sul piatto i primi 300mila euro del finanziamento previsto da una Legge regionale votata all'unanimità. Dove sono finiti quei soldoni? Il peso storico del ritardo nella realizzazione della Nuova Pescara, dal primo gennaio 2024 al primo gennaio 2027, teso sicuramente a inficiare il referendum del 2014 e la Legge del 2018, ricade principalmente sul centrodestra, che ora governa la Regione e due dei tre comuni interessati alla fusione, Pescara e Montesilvano. Fratelli d'Italia e Forza Italia sono bullizzati dalla Lega, che esprime il sindaco di Montesilvano, il presidente della Provincia e un agguerrito e strapagato manipolo di assessori e consiglieri. Può essere che gli interessi pubblici siano sacrificati agli interessi privati? In Abruzzo, sì. Purtroppo. Cosa si può fare? Continuare a lottare. Continuare a battersi affinché le istituzioni regionali rispettino la Legge, il referendum e i cittadini. Si chiama democrazia. Difendiamola!"

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