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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

La Regione sperimenta un nuovo modello di assistenza primaria: ecco come saranno garantite le visite domiciliari fino alle 24

Il punto è stato fatto nel corso dell'ultima commissione regionale sanità e a riferirne sono i suoi componenti di maggioranza: con l'attivazione degli Atf (Aggregazioni funzionali territoriali) che affiderà questo ed altri servizi ai medici dell'ex continuità assistenziale

La Regione Abruzzo adotta il programma per l'attivazione delle Aft (Aggregazioni funzionali territoriali) grazie alle quali le visite domiciliari saranno garantite anche dalle 20 alle 24. È una delle novità in tema di continuità assistenziale primaria che si intendono mettere in atto come emerso dalla commissione regionale sanità e riferito dai suoi componenti della maggioranza di centrodestra.

Un modello sperimentale che prevede anche l'attivazione delle Uccp (Unità complessa di cure primarie) il cui compito è proprio quello di erogare i servizi sanitari di base a livello territoriale. A far parte di entrambe le realtà saranno i medici dell'ex continuità assistenziale che oltre a garantire le visite a casa nella fascia oraria serale “verranno impiegati anche nelle attività diurne, collaborando sia nelle Afr sia in reparti ospedalieri a bassa intensità assistenziale o nell’assistenza nelle fasi terminali della vita di pazienti oncologici”, riferiscono gli esponenti di centrodestra.

“L'assessore regionale alla sanità Nicoletta Verì, audita in merito - riferiscono - ha precisato che l’articolo 38 dell’attuale accordo collettivo nazionale, sottoscritto lo scorso anno, conferma il massimale di 1.500 assistiti, con la possibilità per le Regioni di portarlo a 1.800 solamente per un periodo di 6 mesi in situazioni ben definite. Ad oggi, però, non è stato concluso l’Air (Accordo integrativo regionale) con i sindacati di categoria – sottolineano -, ma è stata istituita lo scorso gennaio una delegazione trattante per l’approvazione dello stesso, su cui è stato avviato anche un tavolo tecnico con le organizzazioni sindacali per arrivare a una bozza condivisa. A tal proposito sono state trasmesse alle Asl le circolari esplicative nei mesi di dicembre e febbraio”.

“Per quanto riguarda le modifiche apportate all’articolo 12 del cosiddetto decreto Calabria (Disposizioni sulla formazione in materia sanitaria e sui medici di medicina generale ndr), al momento non è giunta nessuna richiesta da parte dei tirocinanti in formazione di accedere a percorsi a tempo parziale. Sono due le possibili motivazioni – concludono i commissari –: la prima è il raddoppio della durata del corso di formazione, che passerebbe da 3 a 6 anni (in quanto la normativa non consente di abbreviare i tempi del percorso), la seconda è l’impossibilità di partecipare ai bandi per l’assegnazione di incarichi convenzionali, con il riconoscimento delle attività prestate. Ovviamente la Regione è disponibile a organizzare corsi a tempo parziale, laddove pervenissero delle richieste”.

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