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Area di risulta, Alessandrini (M5S): "Inizia la svendita del centro di Pescara"

Secondo quanto sostiene la consigliera comunale pentastellata, “L’opera deve essere assoggettata alla VIA e prevedere altre soluzioni più compatibili all’ambiente e alle risorse economiche disponibili”

Il Movimento 5 Stelle critica «l’assoluta mancanza di scenari alternativi a quello proposto», con cui dimostrare davvero che questo sia, anche solo dal punto di vista ambientale, il progetto che produrrà gli effetti migliori, visto che si passa da circa 103.000 mq di verde, previsto dal PRG, ai 47.000 mq di ipotizzati nel progetto.

«La valutazione ambientale allegata alla proposta - continua Erika Alessandrini - si riduce a dire che piantare qualche albero lì dove oggi c’è un’enorme gettata di cemento certamente creerà un miglioramento ambientale. Ma questo è banalmente vero anche se di alberi ne piantassimo uno solo. La riqualificazione dell’area di risulta deve rappresentare la condizione migliore per lo sviluppo dell’intera nostra città e per migliorare la qualità della vita di chi abita e circola per il centro. Ridurre le aree verdi previste a meno della metà, certo non rappresenta uno scenario allettante, specie se lo si fa per introdurre palazzine residenziali e inutili frammenti di commerciale, in un contesto in cui i negozi già presenti continuano a essere messi a dura prova da una crisi economica che non accenna a finire».

Per volontà di questo centrosinistra, sia comunale che regionale, la pianificazione della principale città d’Abruzzo «è stata sottratta agli urbanisti e al volere dei cittadini ed è stata regalata alle banche, sostituendo un vero progetto urbanistico con un piano finanziario, che in realtà produce un riduzione di entrata per le casse comunali di oltre 30 milioni di euro, con il vecchio pallino di dalfonsiana memoria di concedere ai privati lo sfruttamento dei parcheggi del centro cittadino».

Il Movimento 5 Stelle «non rimarrà a guardare questo teatrino della vecchia politica e fornirà ai cittadini idee, strumenti e la concreta opportunità, prima che sia troppo tardi, di mandare “via” questi progetti scellerati insieme alla obsoleta classe politica pescarese di destra e di sinistra».

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