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Area di risulta, Alessandrini (M5S): "Inizia la svendita del centro di Pescara"

Secondo quanto sostiene la consigliera comunale pentastellata, “L’opera deve essere assoggettata alla VIA e prevedere altre soluzioni più compatibili all’ambiente e alle risorse economiche disponibili”

Il M5S affila le armi per la dura battaglia che si prevede per il prossimo autunno in consiglio comunale sul progetto di riqualificazione proposto dall’amministrazione di centro-sinistra sull’area di risulta di Pescara. Diverse sono state, infatti, le criticità elencate dai grillini nell’osservazione al comitato V.I.A. della Regione, presentata lo scorso 29 agosto. I temi osservati riguardano l’ambito procedurale, quello legato alla carenza di documentazione (verifiche preventive dell’interesse archeologico, diagnosi energetiche dell’opera, opere compensative o di mitigazione dell’impatto ambientale e sociale), la gestione ambientale relativa allo stoccaggio temporaneo delle terre da scavo, la movimentazione del terreno con la relativa caratterizzazione degli inquinanti, l’avanzamento del fronte mobile dello scavo, insieme a tutti gli aspetti legati al traffico ed al trasporto pubblico.

«Ci ha fatto sorridere in questi giorni - afferma la consigliera Erika Alessandrini - il botta e risposta tra gli esponenti del centrodestra locale e l’assessore Civitarese, che si è prodigato nel dare interpretazioni fantasiose per la definizione della nuova viabilità di progetto che, per l’assessore sarebbe una “strada di quartiere” come i tanti vicoli del centro cittadino. Per fortuna esiste il Codice della Strada che pensa a definire correttamente gli assi viari, e quello seminterrato previsto davanti alla stazione è, per caratteristiche funzionali e dimensionali, una “strada urbana di scorrimento” - art. 2 D.L. 285 del 1992 – e, proprio per la presenza di questa strada, il progetto dell’area di risulta deve obbligatoriamente essere sottoposto a VIA. Per di più, il documento strategico votato dal Consiglio comunale lo scorso febbraio, per volontà dello stesso assessore, è divenuto indirizzo per il redigendo Piano Urbano della Mobilità Sostenibile».

In quel documento, e quindi sul Piano, «il traffico di scorrimento, specie nelle direzioni nord-sud, viene allontanato dal centro cittadino e posto a monte del rilevato ferroviario, mentre in questo scellerato progetto si prevede che tutte quelle auto vadano ad incrociare il traffico lento del centro su via Silvio Pellico. Una follia in termini ambientali e strategici, un errore imperdonabile per chi governa la città e condanna per sempre il centro città a soffocare tra le auto, investendo ancora milioni di euro per inutili strade invece che per dotare tutta la città di una vera ciclopolitana, a cui sono destinati solo gli spiccioli del piano per le periferie», conclude la Alessandrini.

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