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Partita la campagna di tesseramento Arci 2022-2023: "In questo momento storico la partecipazione è un dovere"

"Un desiderio di moltitudine" è lo sloga di quest'anno, l'obietto è creare un movimento "popolare credibile per una vera alternativa di società" che guardi agli ultimi

“Un desiderio di moltitudine” questo il nome della campagna dall'Arci che anche a Pescara ha dato il via, dal primo ottobre, al tesseramento 2022-2023.

“Una campagna particolarmente importante e significativa, a pochi giorni dalle elezioni politiche che hanno visto la vittoria della destra, non inaspettata, ma bruciante e preoccupante”, si legge nella nota dell'associazione ricreativa e culturale italiana. “In questo momento storico sentiamo soprattutto il dovere, come rete culturale e sociale diffusa in tutto il Paese, di continuare a costruire e praticare un progetto di partecipazione popolare credibile per una vera alternativa di società, prima di tutto difendendo i diritti di chi sta peggio, di chi non arriva a fine mese e di chi è costretto ad usare una misura di contrasto alla povertà come il reddito di cittadinanza per sopravvivere – prosegue l'Arci -. A partire dalla campagna per il tesseramento Un desiderio di moltitudine, per allargare, oggi più che mai, la comunità dell’Arci, una realtà plurale e inclusiva, tra le più grandi organizzazioni sociali e culturali del Paese con una lunga e straordinaria storia. Una rete alla quale aderiscono circa 4 mila associazioni e circoli in tutta Italia e più di un milione di soci e socie”.

“Un desiderio di moltitudine per diffondere la partecipazione civica e promuovere nuovo associazionismo, per difendere il nostro radicamento sul territorio e le tantissime attività di prossimità, fondamentali per rafforzare coesione e giustizia sociale, all'insegna della solidarietà e del mutualismo, della lotta alle disuguaglianze, alle discriminazioni, alla povertà educativa e culturale, al razzismo, all'odio e alle violenze – spiega ancora l'associazione -. Un desiderio di moltitudine per consolidare spazi indispensabili di socialità diffusa, dove cultura e relazioni tra le persone contribuiscono al benessere dei singoli e della collettività, senza i quali saremmo tutti più poveri. Per continuare ad aiutare le persone colpite dalla piaga della solitudine che, dopo il lockdown, è diventata ancora più pesante nel più totale silenzio. Un desiderio di moltitudine per difendere con ancora più forza i diritti e le libertà delle donne e di genere da una idea retrograda e conservatrice che produce discriminazioni e sofferenze. Un desiderio di moltitudine – conclude l'Arci - per non arrenderci al presente: abbiamo beni preziosi da difendere come la democrazia, la partecipazione e l’accesso alla socialità delle cittadine e dei cittadini”.

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