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Giovedì, 28 Settembre 2023
Politica

Cinque amministratori locali e un sindaco del Pescarese lasciano la Lega: "Non condividiamo più le posizioni della leadership abruzzese"

L'annuncio ufficiale dell'uscita dal partito di Salvini coinvolge anche il sindaco di Catignano e consigliere Ersi Enrico Valentini

Nuovo terremoto all'interno della Lega abruzzese. Diversi amministratori e un sindaco del Pescarese hanno infatti ufficializzato l'uscita dal partito di Salvini. Si tratta di Enrico Valentini sindaco di Catignano e consigliere Ersi, Agostino Castagna consigliere comunale a Catignano e vicepresidente Ater di Pescara, Lorenzo Mucci ex sindaco di Nocciano, Giovanna Speziale prima degli eletti a Nocciano e probabile vicesindaco di imminente nomina, Angelita Palumbo candidata alle ultime regionali con 2.400 preferenze, e Gabriele Finocchio Presidente di Provincia Ambiente.

Nella lettera di uscita, gli amministratori spiegano di non condividere più metodi, espressioni e comportamenti di coloro ai quali è stata affidata la guida del partito in Abruzzo.

"Se un ‘cosiddetto’ leader locale, in questo caso D’Eramo, assiste inerme all’emorragia di consiglieri e amministratori locali che ogni giorno si dissociano e lasciano il partito, senza fare nulla, senza porsi domande e, possibilmente, cercare risposte, ma piuttosto abbandonandosi al vituperio, è evidente che l’esperienza leghista in Abruzzo è destinata a naufragare e non occorre la sfera di cristallo per prevedere una debacle ai prossimi appuntamenti elettorali.

Quando all’interno di un partito si iniziano a registrare dimissioni, abbandoni, passi indietro, chi guida quel partito ha il dovere di aprire un confronto interno, di tentare il dialogo, di capire, se ne ha gli strumenti, l’origine del problema e individuare, se possibile la soluzione. Quando si incassano pesanti sconfitte elettorali, come accaduto a Teramo, non si irride il candidato della propria coalizione, non si scade nell’offesa, nell’ingiuria, nella ridicolizzazione dell’uomo, che diventa semplicemente un sintomo della propria debolezza politica. Prova ultima l’abbiamo avuta nei giorni scorsi, quando D’Eramo ha attaccato il consigliere regionale uscito dalla Lega De Renzis, abbandonandosi a un mal di pancia stizzito e scomposto, anziché fare un mea culpa, e ricordare e ammettere che De Renzis è l’unico amministratore regionale della Lega che ha tenuto insieme in questi anni un gruppo facendo sentire e vedere in modo tangibile la propria presenza a servizio delle esigenze del territorio."

Inoltre, spiegano gli amministratori, D'Eramo non dovrebbe criticare l'operato del consigliere regionale De Renzis, dando per primo prova del lavoro svolto come parlamentare e sottosegretario all'agricoltura:

"Riteniamo che in politica l’equilibrio, l’eleganza, la coerenza siano ancora valori imprescindibili, con l’attuale governance locale della Lega abbiamo condiviso un cammino, che da mesi ha iniziato a divergere, culminando ormai nelle ultime affermazioni dei vertici che sono chiaramente inaccettabili e nelle quali non possiamo riconoscere il nostro percorso politico”

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