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Acerbo (Prc) sul nuovo albergo a Porta Nuova: "Un muro di cemento tra la città e il mare"

Il segretario nazionale di Rifondazione Comunista critica il progetto presentato dal Comune di Pescara che sarà realizzato da De Cecco

Come era facilmente prevedibile si è subito acceso il dibattito intorno al progetto del nuovo albergo/resort sul lungomare di Porta Nuova a Pescara che verrà realizzato da De Cecco.
Mentre il presidente di Confcommercio Pescara, Riccardo Padovano, approva l'iniziativa, il segretario nazionale di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo critica la nuova cementificazione del litorale.

«Per anni ho impedito che si realizzasse questo progetto ma come per gli altri scempi sulla riviera sud alla fine prevalgono gli interessi privati e arriva un altro ecomostro», scrive Acerbo, «non sono più consigliere comunale dal 2014 e mi piange il cuore. Attendo di studiare le carte ma credo di poter dire che questo progetto sia frutto di una convergenza bipartisan e che ne porti la responsabilità anche la precedente giunta di centrosinistra. D'altronde proprio su quelle aree noi di Rifondazione negli anni tra il 2003 e il 2008 avemmo grandi scontri con D'Alfonso e parte del centrosinistra poi Pd. È tale la convergenza che se lo ripropone De Cecco anche il da loro deriso "bicchiere" di Toyo Ito diventa bello. Lo sconcerto è innanzitutto estetico e culturale. Come si può considerare nel 2023 ancora un fatto positivo costruire sulla spiaggia? "L'elemento caratterizzante" della riviera sud è un muro di cemento tra la città e il mare. Siamo contenti che si aggiunga un altro manufatto? Come si può rivendicare che un progetto è a "costo zero" per il Comune se si tratta di un intervento privato? Mancava solo che lo pagassimo noi! Il Comune con le ultime amministrazioni ha rinunciato alla pianificazione pubblica di un'area strategica che era nel Prg (piano regolatore generale) destinata a piano particolareggiato. È prevalsa la sudditanza agli interessi privati che stanno lottizzando e realizzando i loro progetti. La responsabilità di norme regionali e nazionali, ovviamente richieste da politici pescaresi, e delle scelte urbanistiche del Comune è conclamata. Ora siamo al paradosso che questo capriccio di un grande imprenditore sarebbe un regalo alla città. Un albergo sul mare nel 2023. Viene da ridere ma c'è da piangere».

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