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Pescara Calcio, Zeman si confessa: "Cattolico ma non chiedo aiuto a Dio per match"

In un'intervista con 'L'Eco di S. Gabriele, mensile dei padri passionisti del santuario di S. Gabriele dell'Addolorata, Zeman si confessa e racconta la sua fede, le stranezze del calcio e il suo pensiero politico

Mai banale, come al solito, il tecnico del Pescara, Zdenek Zeman,  in una lunga intervista con 'L'Eco di S. Gabriele, mensile di religione e attualità dei padri passionisti del santuario di S. Gabriele dell'Addolorata, si confessa e parla di religione, politica, attualità ecalcioscomesse. "Sono cattolico - ha spiegato Zeman -, ma non ho mai chiesto aiuto a Dio per una partita. Credo proprio che Dio non c'entri niente con lo sport. Sono stato educato in tal senso, anche se all'epoca nella vecchia Cecoslovacchia si doveva fare tutto di nascosto".

A proposito dell'argomento morte il tecnico boemo preferirebbe, se è proprio impossibile evitarla, "che arrivasse di notte" mentre dorme nel suo letto. Parlando dei temi attinenti alla sua attività professionale, Zeman non ha peli sulla lingua per raccontare quanto il calcio sia «strano» e «non pulito al 100%". Nei tanti anni trascorsi sui campi - ha sottolineato - in molte partite di fine campionato ho visto un calcio strano: accordi tra giocatori dove magari c'era la necessità per qualche squadra di fare un punto. Io sono stato sempre contrario a questo, anche perchè se regali un punto a un avversario vuol dire che ne affossi un altro e questo non è corretto".

A proposito del Calcioscommesse il tecnico ha sostenuto che "in Italia a differenza di altri paesi non si è affrontata la questione con fermezza e provvedimenti drastici: altrove chi sbaglia esce per sempre fuori dal gioco". I protagonisti possono essere spinti da necessità - "a livello di Lega Pro, dove ad esempio c'è difficoltà a portare a casa ogni mese lo stipendio" - o avidità. Parlando di due suoi antagonisti, Moggi e Gianluca Vialli (dal quale non accetterebbe «mai» un invito a cena), Zeman è categorico. "Secondo me - ha detto - Moggi non è nemico di Zeman; Moggi è nemico del calcio e di tutti quelli che non l'hanno seguito e non si sono lasciati convincere". Vialli invece "mi ha fatto male quando nel 1998 mi diede del terrorista: come può rimarginarsi una simile ferita?".

Zeman ha spiegato di non avere mai ricevuto proposte di lavoro dalla Juventus, e di essere stato vicino all'Inter e al Real Madrid. "Ci dovevamo vedere - ricorda per entrambi i club - ma io avevo preso già un impegno e quindi non se ne fece niente". Il tecnico biancazzurro ha risposto anche sull'operato del governo Monti: in considerazione "dell'attuale crisi che sta attraversando il mondo intero, con quel poco che ha fatto sino ad oggi, credo che qualche piccolo passo in avanti sia stato compiuto". 

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