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Lavori in viale Marconi, la Fiab: "Mancano percorsi per le bici, strada non a norma"

La Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta critica i lavori in corso nella strada di Pescara per la non previsione di piste ciclabili

La Fiab ha inviato una lettera al sindaco di Pescara, Carlo Masci, e all'assessore alla Mobilità, Luigi Albore Mascia, per segnalare una formale diffida ad adempiere alla norma riguardo ai lavori attualmente in corso in viale Marconi nella zona di Porta Nuova.
Per la Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta non è stata rispettata la legge 366 del 1998, "Norme per il finanziamento della mobilità ciclistica".

Che all'articolo 10 recita: "Gli enti proprietari delle strade provvedono altresì, in caso di manutenzione straordinaria della sede stradale, a realizzare percorsi ciclabili adiacenti purché realizzati in conformità ai programmi pluriennali degli enti locali, salvo comprovati problemi di sicurezza”.

Questo quanto scrive la Fiab: «Il 4 marzo 2020, dopo averlo ripetutamente ricordato in altre occasioni, abbiamo per l’ennesima volta diffidato il Comune ad adempiere alla legge 366/98 (Norme per il finanziamento della mobilità ciclistica) che impone che su via Marconi, asse viario oggetto di lavori straordinari, siano realizzati percorsi ciclabili. Al riguardo non siamo stati mai chiamati ad alcun confronto, men che meno progettuale, come sembra sia invece accaduto con talune rappresentanze. Che via Marconi stia prendendo forma senza alcuno spazio per le due ruote è un fatto che non possiamo che stigmatizzare, soprattutto alla luce dello spirito e della ragione che animano il finanziamento dell’opera: la sostenibilità! Ma da quello che apprendiamo dagli organi di informazione e da quello che si vede eseguire, ciò che manca sembra essere proprio questo elemento, prevalendo di giorno in giorno il senso della variabilità e dell’improvvisazione. I marciapiedi sono stati completamente ridimensionati per lasciare uno spazio di 16 metri completamente dedicato al transito di mezzi motorizzati, oltre che a parcheggi. Bassissima, in questo modo, l’interazione degli utenti, che sono i veri clienti, con il tessuto commerciale e di servizi di cui la via è ricca, mentre si alza la funzione di attraversamento longitudinale del tratto, tipica delle autostrade. Se per le biciclette, alla base, insieme ai pedoni, della piramide della mobilità sostenibile, non vi sono tratti riservati e preferenziali, le due ruote dovranno andare insieme alle auto, con i rischi di sempre della promiscuità dei mezzi che espelle i più deboli, a partire dai bambini per arrivare agli anziani, ovvero ai meno abili (utenze deboli e vulnerabili). A questo punto si potrebbe anche vietare loro il transito, come avviene per i tracciati autostradali o nelle superstrade, in modo da non creare situazioni di conflitto e di pericolo. A chi ha progettato l’opera e a chi ha dato l’assenso politico evidentemente sfuggono questi concetti, come anche la conoscenza della norma sopra richiamata, ancorché ricordata in più occasioni».

La Fiab dunque informa che la lettera «costituisce reiterata formale diffida ad adempiere alla norma richiamata con la predisposizione di un adeguamento progettuale che rispetti quanto imposto dal testo di legge vigente».

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