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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Odoardi (Fiab) fa il tifo per gli studenti ciclisti: “Creare stalli per le bici e zone scolastiche”

L'esponente della Fiab Pescarabici interviene per segnalare un problema di mobilità sostenibile che riguarda la scuola media Mazzini di via Regina Margherita

Giancarlo Odoardi della Fiab Pescarabici interviene per segnalare un problema di mobilità sostenibile che riguarda la scuola media Mazzini di via Regina Margherita: «"Siete bici-rcondati: fateci entrare!". Sembra dicano così le biciclette ancorate ai vari pali all’esterno dell'edificio. Sono di ragazzi e ragazze che, non trovando dispositivi di stallo magari riservati, parcheggiano in questo modo il mezzo di trasporto a loro più congeniale per gli spostamenti casa scuola. E allora ci si chiede come mai queste bici non stanno dentro il recinto della scuola, che di spazio ce n’è. E si, perché se c’è chi evita che in strada si riversino auto e auto incolonnate in seconda fila, che prima e dopo dell'irregolare sosta hanno già occupato e poi occuperanno chilometri di strade urbane, a questi andrebbe steso un tappeto rosso e garantito un alloggio dorato».

E in effetti, rileva Odoardi, «all’interno della scuola una rastrelliera c’è, ma da soli 4 posti e di biciclette lì intorno ce ne sono già ben 8! Sono impressioni maturate a margine del pedibus, esperienza cardine dello spostamento sostenibile tra casa e scuola e che anche quest’anno sosteniamo in diverse scuole della città. Più difficile, ma anch’esso virtuoso, il bicibus, che comunque comporterebbe un modello organizzativo più complesso, infrastrutture dedicate, ad oggi non sufficienti, e sicuramente maggiore autonomia dei partecipanti e responsabilità di chi accompagna. Ma chi è già “indipendente” dovrebbe essere sostenuto in questa pratica. In tutte le scuole dovrebbe essere garantito l’accesso privilegiato a chi usa la bici, oltre che con un ricovero interno, anche con la creazione di zone filtro che creino una zona di sicurezza».

Una delle opportunità che in questo senso può essere colta è, secondo Odoardi, «l'istituzione con ordinanza sindacale di “zone scolastiche”, come recita il dl 76/2020, atte proprio a creare quel cuscinetto di isolamento tra la sede del plesso scolastico e il traffico circostante. Ma se non bastasse, a dare man forte alla norma c’è un piano, quello generale della mobilità ciclistica, di recente diffuso dal ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile, e che al capitolo V.5, dedicato alle azioni per promuovere la mobilita ciclistica, sollecita le seguenti “azioni per la mobilità scolastica sostenibile”: effettiva nomina dei mobility manager scolastici e approvazione dei piani di spostamento casa-scuola; istituzione diffusa di zone e strade scolastiche; interventi infrastrutturali prioritari di messa in sicurezza; bici-bus e pedi-bus; destinazione spazi pertinenziali all’aperto a funzioni sociali, evitando parcheggi auto; installazione stalli bici. Come si vede, alla domanda di entrare espressa dalle bici maritate ai pali fuori dalla scuola, la risposta c’è, autorevole e ben articolata: bisogna solo attuarla».

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