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Odoardi (Fiab) sulle piste ciclabili e cicloturismo in Abruzzo: "Dopo la vetrina del Giro d'Italia ora servono strategie"

Giancarlo Odoardi espone le sue riflessioni e considerazioni dopo la partenza e il passaggio del Giro d'Italia in Abruzzo in merito alla situazione delle piste ciclabili e del cicloturismo su tutto il territorio regionale

Giancarlo Odoardi, della Fiab, espone alcune riflessioni riguardanti il mondo del cicloturismo e delle piste ciclabili in Abruzzo, dopo l'importante vetrina della partenza del Giro d'Italia e il passaggio nel nostro territorio:

"L’Abruzzo si è tinto di rosa: merito del Giroditalia che, meno di un mese fa, ha colorato le strade ciclabili e non della costa e quelle dell’Appennino, fino a Campo Imperatore. Regina incontrastata di questa armocromia di primavera del nostro territorio è stata la bicicletta: la più in vista quella da corsa, ma anche di tutti gli altri usi, nell’immediato intorno delle strade lungo le quali la competizione si è svolta. E adesso? Adesso che abbiamo voluto la bicicletta, bisogna pedalare, soprattutto per stare i equilibrio, come diceva lo scienziato della relatività. E come si pedala in Abruzzo, soprattutto nella giornata mondiale della bicicletta?

Due sono gli scenari che si prospettano ad una prima analisi: il cicloturismo, o i cicloturismi, e il ciclismo urbano. Nell’accezione comune, e soprattutto nel mondo della comunicazione, prevale indubbiamente il primo, soprattutto quando sopraggiunge la bella stagione, e tutte le analisi, le valutazioni, le prospettive, gli scenari, si incardinano su questo modello, sulla gita fuori porta, sulla escursione, sullo svago e sul divertimento. Grandi numeri sulla resa economica e grandi proiezioni su futuro del settore e del suo peso sul Pil: in Svizzera la vendita delle mountain bike ha superato gli sci, e dal punto di vista del cambiamento climatico (gli impianti, la neve artificiale) questo dovrebbe far riflettere (la bici salverà il mondo?).

Nella nostra Regione, proprio in questi giorni, le bici girano a mille lungo la costa: dalla bici-pattinata adriatica del 2 giugno di Fiab e Wwf(e tanti altri), doppia staffetta tra San Benedetto del Tronto e Pescara con arrivo a Pineto, giunta alla sua XII edizione, alla ciclo-pattinata dei trabocchi del 3 giungo (Fiab), all’interno di Art-Bike&Run+Wine (Legambiente e altri), con tutto il suo ciclo-programma, lungo la Via verde della costa de trabocchi. Ma mentre da San Salvo a Ortona i tratti di pista ciclabile coinvolti non attraversano nessun paese costiero, da Pescara a Martinsicuro tutto si svolge all’interno dei centri abitati, e ciò comporta una grande diversità dal punto di vista della disponibilità dei servizi e quindi dell’economia turistica, su cui bisognerebbe riflettere."

Nell'entroterra, spiega Odoardi, il fenomeno cicloturistico pur essendo meno importante comunque è in crescita e nascono opportunità per conoscere il territorio e di crescita economica:

"Poi c’è il contesto urbano, dove i numeri delle bici sarebbero di gran lunga più importanti, di cui si parla meno ma che incidono di gran lunga di più su alcuni aspetti di rilievo, come della pianificazione della mobilità e dell’impatto ambientale. Contesto, quello cittadino, dove sembra non si riesca a cogliere lo stesso entusiasmo, lo stesso slancio, soprattutto in termini di investimenti e di strategie, di quello turistico. Tutte le grandi città abruzzesi, a volte conurbazioni costiere, non brillano come risultati: nonostante le bandiere dei “Comuni-Ciclabili” attribuite da Fiab ai comuni più talentuosi, specie lungo la costa, i bike smile, il punteggio della valutazione per capirci, fatica a salire (tranne alcuni casi ancora troppo isolati ma che si spera facciano da traino agli altri).

In tutta questa storia manca un pezzo importante. Infatti se all’inizio la biciclettata adriatica è nata per promuovere il tratto costiero della ciclovia adriatica, ormai quasi completa, oggi le richieste si orientano verso una migliore pianificazione della mobilità ciclistica regionale, urbana e extraurbana, con la redazione e l’approvazione, da parte della Regione Abruzzo, del Piano regionale della mobilità ciclistica, reso obbligatorio dalla legge 2/2018 e da predisporre entro un anno dalla pubblicazione del Piano generale della mobilità ciclistica dello scorso ottobre.

Entro pochi mesi, quindi, la Regione Abruzzo dovrebbe aver redatto il proprio piano, come anche previsto dalla propria legge regionale 8 del 25/3/2013, in cui l’art. 1, tenendo conto delle norme nazionali di riferimento, prevede che venga redatto il piano: “allo scopo di perseguire, attraverso la creazione di una rete ciclabile regionale, obiettivi di intermodalità e di migliore fruizione del territorio e di garantire lo sviluppo in sicurezza dell’uso della bicicletta sia in ambito urbano che extraurbano”.

A tal fine: “la Regione promuove la realizzazione ed il completamento di percorsi ciclabili e ciclopedonali nonché la realizzazione degli interventi finalizzati alla coesistenza dell’utenza motorizzata e non motorizzata attraverso politiche di moderazione del traffico”. Ecco: dal 2013 si attende che tutto ciò accada, sia per il cicloturismo che per il ciclismo urbano."

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