"Ecco perché quella del filobus è un'opera inutile e costosa": il comitato replica al cittadino che ne sostiene l'utilità
Tirato in ballo da una segnalazione arrivata al nostro giornale, il comitato che da sempre lotta contro la sua realizzazione lamenta l'anonimato della segnalazione e ribadisce le ragioni di quel "no" all'infrastruttura sulla Strada parco
Le ragioni per cui esiste un comitato contro il filobus della Strada parco sono note da tanto tempo quanto noto è il progetto che si intende realizzare. Quelle ragioni oggi le ribadisce a IlPescara replicando alla segnalazione arrivata da un cittadino che dicendosi esaperato dal problema traffico e facendo leva anche sul problema inquinamento, si dice favorevole alla realizzazione dell'infrastruttura.
Una posizione che però, ribatte il comitato, espressa nell'anonimato e senza “metterci la faccia” e che sorpattuttto non tiene conto di quelle che sarebbero le criticità del progetto che è stato fermato ancora una volta dal Tar (Tribunale amministrativo regionale) e sul quale ora si attende il parere del consiglio di Stato per capire in favore di chi, alla fine, si chiuderà questa partita che va avanti da oltre da decenni.
“Il progetto del filobus è profondamente sbagliato nei fondamenti tecnici ed economici, perciò non riesce a partire dopo trent’anni di annunci infondati”, questa la chiara risposta del comitato. “Prendersela con i concittadini consapevoli, anziché con i veri responsabili del disastro, non aiuterà a risolvere gli errori grossolani compiuti dalla struttura tecnica della stazione appaltante”, aggiunge rivolgendosi al cittadino”, aggiunge al fine di sottolineare che se la situazione è in stallo le responsabilità vanno trovate altrove.
E quelle responsabilità come ha sempre sostenuto, sarebbero da ricercare nel fatto che “mancano le condizioni di sicurezza e, per questo motivo determinante, l’intero procedimento (finanche inficiato da gravi vizi di legittimità), è stato annullato dal Tar di Pescara”. L'occasione anche per ripercorre la vicenda a partire dal 2007 quando la Tua aveva deciso di puntare sul sistema Philaes a tecnologia innovativa e nel 2019 sul filobus convenzionale Van Hool Exqui.City18T. Scelte che si sarebbero dimostrate quanto meno sbagliate, prosege il comitato, dato che “il Phileas è infatti fallito il 25 novembre 2014, perché la 'guida magnetica vincolata' non ha mai superato l’omologazione dei ministeri dei trasporti in alcuno dei Paesi dove è stata a lungo sperimentata su strada, mentre i sei Van Hool a guida manuale libera sono fermi in deposito da quattro mesi, giacché l’infrastruttura non è stata mai completata a regola d’arte”. Tutto questo “benché il finanziamento Cipess a fondo perduto di 31 milioni di euro sia stato speso integralmente non certo per colpa del comitato”, chiosa la lunga nota di replica.
Sul problema inquinamento il comitato sottolinea quindi che “per fortuna i dati Arta Abruzzo segnalano mediamente indici che si attestano su valori 'accettabili' a Pescara, 'buoni' a Montesilvano e Cepagatti, anche nei mesi invernali con gli impianti di riscaldamento a pieno regime. La qualità è buona in tutte le altre stagioni. Infine, l’opera nel suo complesso è giudicata inutile, costosa, sovradimensionata e 'apocalittica' – incalza - dalla stessa direzione trasporti della tegione Abruzzo, titolare del procedimento incompiuto.
“Sono queste le ragioni sacrosante accertate dai magistrati amministrativi che impediscono il regolare esercizio dell’impianto filoviario di Pescara, per colpa grave di chi non ha onorato alcuno degli impegni contrattuali assunti il 21 maggio 2007. Idem con patate per il secondo lotto velleitario dell’impianto, malamente gestito dal Comune di Pescara col pastrocchio combinato in viale Marconi”.
In calce la risposta al cittadino che si dice favorevole al filobus e sul perché non si potrebbe garantire il suo passaggio tra lavori “irregolari e inconsistenti”, afferma, e i tempi di percorrenza che non migliorerebbero così come la qualità dell'aria. “Converrà sempre documentarsi con scrupolo prima di esprimere giudizi avventati”, conclude il comitato.