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Il biologo Damiani sul taglio degli alberi in città: "È guerra contro ogni traccia di naturalità"

Il biologo Giovanni Damiani esprime sui social il suo punto di vista sul piano del verde che sta attuando l'amministrazione comunale di Pescara

«A Pescara, con un attivismo senza precedenti da parte del Comune, tagliano alberi senza sosta. È guerra contro ogni traccia di naturalità».
Questo il parere che esprime il biologo Giovanni Damiani, con un post condiviso su Facebook. 

Damiani ha ricoperto l'incarico di direttore generale dell'Anpa (agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente) oggi Ispra, di componente della commissione nazionale per le valutazioni dell'impatto ambientale nel ministero dell'Ambiente, e di direttore tecnico dell'Arta Abruzzo.

«A nulla», prosegue, «valgono proteste, iniziative, denunce di tutte le associazioni di tutela ambientale (Italia Nostra in primis) che, con Archeoclub, Conalpa e altre hanno dato luogo a un coordinamento. Adesso ci si mette pure la Soprindentenza che dovrebbe tutelare il paesaggio e applicare l'articolo 9 e l'articolo 41 della Costituzione. Nel progetto di restauro dell'edificio abbandonato da anni dell'ex "Circolo Canottieri" hanno voluto il taglio di un filare di pini domestici di grandi dimensioni, in ottimo stato di salute. La Soprindentenza ha ritenuto che i pini fossero un detrattore "alla visuale". Questa l'incredibile motivazione».

«Allego le foto dell'area per mostrare quale meravigliosa visuale impedivano gli alberi: una strada asfaltata che costeggia il fiume, il fiume ridotto a un canale artificiale, golene cementificate, un cavalcavia di bruttezza epocale, traffico intenso, parcheggi di auto», prosegue nel suo post Damiani, «di fronte c'è un'area piccolissima con canneto e salici bianchi, ultimo rifugio di qualche folaga e germani reali che tentano di farci il nido. Peraltro siamo in periodo di costruzione dei nidi e i tagli sono vietati. A quella ci pensa la capitaneria di porto che ne opera la "pulizia" con taglio a raso. Ecco come siamo ridottie qual è la cultura di chi ha responsabilità nella pubblica amministrazione. Hanno pure sostenuto la «non autoctonia» delle piante condannate a morte, ma ripetendo una falsità (la cosa non è mai stata provata!) che gira da un po di tempo. Peraltro siamo in periodo di costruzione dei nidi e i tagli sono vietati ma questo pare non importa a nessuno dei "padroni del vapore". È guerra contro ogni traccia di naturalità». 

«Quegli alberi sono pini domestici (Pinus pinea)», spiega Damiani all'Ansa, «in Europa questo albero è chiamato 'Pino degli Italiani' e anche "Pino dei Romani". È un elemento identitario del paesaggio italiano, ritratto da pittori e fotografi, è nell'immaginario di quanti si riferiscono all'Italia. Immancabile in tutte le foto dell'Appia antica, dipinto assieme ai beni culturali come gli antichi acquedotti romani. Questo rende più inaccettabile la posizione della Soprintendenza».

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