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Giovedì, 25 Aprile 2024
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“Appalti, la qualità prima di tutto”: l’ordine degli architetti di Pescara aderisce all’appello sul codice dei contratti

Il presidente D'Alonzo parla di “temi nazionali con ricaduta su opere locali, pensiamo all’area di risulta, alla diga foranea e ancora alla città della musica. Crediamo che i progetti debbano essere funzionali a reali bisogni e necessità dei territori"

C’è anche la firma dell’ordine degli architetti di Pescara nella lettera aperta indirizzata alla premier Giorgia Meloni dagli ordini degli architetti di oltre novanta province italiane. L’appello è diffuso in questi giorni e ha come oggetto il nuovo codice dei contratti, che nelle indicazioni degli architetti “deve garantire e promuovere la qualità di progetti e opere strategiche per le future generazioni, attraverso i principi di equità, partecipazione e confronto". La lettera pone l’attenzione sulla velocizzazione, semplificazione e miglioramento delle pratiche attuali, con ricadute sui territori di riferimento, compreso quello pescarese.

“Aderiamo all'appello nazionale perché crediamo che sia prioritaria la qualità dei progetti e che questi debbano essere funzionali a reali bisogni e necessità dei territori - commenta Angelo D’Alonzo, presidente dell’ordine di Pescara - Pensiamo ad esempio a progetti strategici come l’area di risulta di Pescara. La frettolosa decisione di realizzare la sede della Regione al suo interno merita sicuramente un approfondimento e una riflessione sulle conseguenze e le alternative possibili. Già in passato abbiamo assistito a progetti sbagliati o inutili. Per non andare troppo lontani dalla nostra area metropolitana, basta ricordare il progetto della diga foranea che ha causato l’insabbiamento della foce del fiume Pescara e il successivo intervento per la sua parziale demolizione con sperpero di ingenti fondi pubblici. O la costruzione della cosiddetta Città della Musica di Pescara, opera completata da più di 10 anni e mai entrata in funzione”.

E ancora: “La riduzione o la perdita di valore o addirittura l’eliminazione dei concorsi di progettazione, nella forma più aperta ed inclusiva dei giovani e dei professionisti di talento, dell’equo compenso, della leale concorrenza, del legittimo merito che la proposta di legge dimostra, vanno in una direzione diversa da quella che tutti noi auspichiamo e prospettiamo per il bene ed il futuro dei nostri territori, delle nostre città e dell’intera comunità”, si legge sempre nell’appello rivolto al governo.

Pertanto “gli architetti chiedono al Governo un ripensamento delle soluzioni proposte e si rendono disponibili al confronto. Per fare in modo che le risorse disponibili siano messe a frutto in modo ottimale, bisogna sostenere l’importanza del confronto di soluzioni progettuali, di concorsi di progettazione aperti alla più ampia partecipazione, favorendo la più equa forma di inclusione e opportunità per i territori, coinvolgendo tutte le forme di professionalità, per poter scegliere le soluzioni giuste per l’oggi e per il domani”.

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