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Abruzzo a due velocità sulla raccolta differenziata, male Pescara: è al 47,68%

Dati interessanti emergono dall'approfondimento tematico di Abruzzo Openpolis. Ma la nostra città si trova indietro rispetto a Chieti e Teramo

Pescara non brilla sulla raccolta differenziata. Secondo un approfondimento di Abruzzo Openpolis, infatti, la nostra regione viaggia a due velocità, con le aree di Chieti e Teramo nettamente avanti rispetto a L'Aquila e al capoluogo adriatico. Va tuttavia detto che in Abruzzo la differenziata dei rifiuti supera la media nazionale e quella delle principali regioni del centro-sud.

Tuttavia sono ampie le differenze interne: spiccano Chieti (71,16% di differenziata) e Teramo (69,55%), mentre Pescara è al 47,68% e L'Aquila si assesta sul 39,03% come fanalino di coda. Pescara è indietro anche sul fronte dei rifiuti urbani: nella nostra provincia ne viene differenziato il 54,05%, mentre nel Chietino siamo quasi a tre quarti (74,55%). La provincia di Teramo è al 68%, quella dell'Aquila al 61,87%. In Abruzzo quasi il 65% dei rifiuti urbani viene differenziato, a fronte di una media nazionale del 63%.

Considerando i comuni non capoluogo con oltre 25mila abitanti, Montesilvano è al 35,04%. Superano invece il 70% di differenziata Avezzano (77,16%), Lanciano (76,41%), Vasto (74,51%) e Roseto degli Abruzzi (70,04%). Quota poco inferiore per Francavilla al Mare (68,48%). Per quanto riguarda gli altri comuni, si trovano tutti in provincia di Chieti quelli dove la quota di raccolta differenziata raggiunge i livelli più elevati. Nei territori di Villa Santa Maria, Santa Maria Imbaro e Borrello si supera il 90%. Ma anche a Crecchio, Palena, Filetto e Gamberale la quota è di poco inferiore.

Si trovano tutti nell'Aquilano, invece, i territori dove si differenziano meno gli scarti. Tra questi spiccano i tre comuni dell'Alta valle dell'Aterno: Campotosto (2,25% di raccolta differenziata nel 2020), Montereale (8,12%) e Capitignano (11,8%).

La lotta ai cambiamenti climatici e per un ambiente più sano passa anche dal riciclo dei materiali, prodotti sempre in maggiori quantità così come i rifiuti ad essi connessi. Negli ultimi anni, però, abbiamo assistito a una parziale inversione di tendenza a causa della pandemia. Tra il 2019 e il 2020, infatti, la produzione di rifiuti urbani in Italia è passata da oltre 30 milioni di tonnellate a 28,9 (-3,59%). In Abruzzo il calo è stato più contenuto, passando da 600mila a 585mila tonnellate (-2,5%).

Ma la raccolta differenziata dei rifiuti deve rimanere una priorità sia a livello nazionale che sui territori. Dal 2006, infatti, vige un obiettivo nazionale che prevede che almeno il 65% dei rifiuti urbani prodotti venga differenziato. Un obiettivo che era stato stabilito per il 2012, a cui il nostro paese si avvicina solo adesso, e che l'Abruzzo ha sostanzialmente conseguito proprio nel 2020.

In Italia nel 2020 è stato differenziato in media il 63% dei rifiuti urbani. Superano tale quota 11 regioni, tra cui l’Abruzzo con il 64,99% dei rifiuti differenziati. Un valore che colloca la regione ben al di sopra di altre regioni dell'Italia centrale e meridionale. La quota raggiunta in Abruzzo è circa 10 punti al di sotto di Veneto e Sardegna, regioni prime in classifica, dove vengono differenziati i tre quarti dei rifiuti urbani. 

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