Corpografie 2017: nuove sinergie ed esperimenti artistici al Matta, ecco la quarta rassegna di danza contemporanea
PROGRAMMA
venerdì 1
ore 20,30
Inaugurazione mostra fotografica di Luciano Onza “4 anni di Corpografie”
ore 21
IN-HABIT Gruppo E-motion Francesca La Cava
Esistere significa occupare uno spazio attribuendogli un significato.
Occuparlo grazie all’esperienza pratica del corpo, attraverso la nostra coscienza: insieme di pensieri, sensazioni, emozioni, percezioni e azioni. Un processo dinamico che il nostro corpo intrattiene con l’ambiente circostante grazie alla nostra pelle. La pelle è la barriera che ci separa e ci unisce con il mondo esterno.
Maurice Merleau-Ponty in “Fenomenologia della percezione” osserva che i viventi, con la loro semplice presenza, danno allo spazio un senso che il mondo di per se non ha. Il corpo costituisce l’apertura percettiva al mondo, esso è il veicolo stesso dell'essere al mondo.
CONCEPT INSTALLAZIONE SCENICA
“Ventiquattro panneggi termoformati manualmente in polistirene bianchi scendono dal soffitto appesi da altrettante corde nere.
E’ un lavoro che attraverso la metafora e la sublimazione della “piega” cerca di definire la sua incessante volontà di stratificarsi, produrre composizioni visive, rapporti aritmetici, “accordi”, che contribuiscono ad una diversa armonia.
Un gioco sospeso tra forma e segno in questa piccola foresta monocroma dove il dispiegamento è ratificato tra cielo e terra come il giudizio, attuale metafora della condizione. Si esalta un dispiegamento asettico mediante funi nere che si annodano al soffitto bianco senza reiterazioni di sorta, scansione sincrona e asincrona della casualità controllata.
Pochi secondi per solidificare un panneggio. Un’alchimia tra caso-gravitazione-gesto che non permette repliche e/o ripensamenti. Tutto si brucia in una manciata di secondi, prima che la solidificazione prenda il sopravvento sul manto bianco. Un happening “annodato” e “congelato”. La “piega” nasconde sempre se stessa. Si scandisce sistematicamente la replica della “copia” unica. E’ la trasmutazione dell’Anti-form in Post-form” (Gino Sabatini Odoardi)
drammaturgia: Anouscka Brodacz
ideazione e installazione scenica di Gino Sabatini Odoardi
musica: Lorenzo e Federico Fiume (Resiliens)
costumi: Maria Grazia Cimini
disegno luci: Carlo Oriani Ambrosini
coreografia e interpretazione: Francesca La Cava
produzione: GRUPPO e-MOTION con il contributo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, della Regione Abruzzo e del Comune dell’Aquila
coproduzioni: Festival I Cantieri dell’Immaginario
residenze: Spazio Matta progetto Corpografie
domenica 3
ore 21
TU MEUR(S) DE TERRE Hamdi Dridi
Una danza fisica dei ricordi che ricostruisce la figura del padre imbianchino nel suo luogo di lavoro, un duetto sinfonico in cui il dolore della malattia si trasforma in una poesia incantata.
Io danzo mio padre,un imbianchino.
Danzare i miei ultimi ricordi, ricostruendo la sua presenza fisica nel suo luogo di lavoro ricoperto di cartoni.
A te che mi guardi, mio padre racconta la storia della sua vita attraverso le mie braccia. Danzo con calma il dolore trasformando un tumore in una poesia. Tra Dio e un essere umano, un padre e un figlio, il cielo e la terra, il suono e il movimento, lui mi sta guardando, ora. Il nostro duetto mi rende capace di accettare che è andato via e che sicuramente ci incontreremo di nuovo un altro giorno.
Danzatore Tunisino, Hamdi Dridi inizia la sua carriera a Tunisi nella compagnia Sybel Ballet Théâtre diretto da Syhem Belkhodja, prima di collaborare con Maguy Marin nel 2010 e unirsi poi al CNDC di Angers nel 2013. Sensibile alla musicalità della voce parlata, il testo ha un posto speciale nella sua ricerca del corpo. Ad oggi sta affinando le sue doti di coreografo con un Master al ICI-CNN di Montpellier (2015-2017) pur rimanendo attivo sulla scena francese, il Nord Africa e altrove
UNDER THE FLESH Bassam Abou Diab
Uno studio sulla relazione tra le culture, il corpo, la morte e i rituali nato dall'aver vissuto la guerra, prima e dopo, ed essere stato obbligato, nella devastazione di corpo e spirito, ad utilizzare un enorme numero di strategie di sopravvivenza.
Nel 1996 la guerra tornò ed era molto tempo che non incontravo i miei amici, i bombardamenti.
I miei amici questa volta erano molto più sofisticati e forti delle volte precedenti ed era molto tempo che non utilizzavo la strategia della caduta.
Presi nota del cambiamento ed elaborai di nuovo la strategia cercando di non morire. La seconda strategia consiste nel lasciare che il tuo corpo vada fino alla fine, ti avvantaggi del momento per andare verso l'estrema parte del tuo corpo/il confine estremo del tuo corpo ed evitare il pericolo.
In effetti non è una strategia ma cercavo di festeggiarla perchè ebbi un nuovo paio di scarpe dagli aiuti europei.
La parte migliore di una guerra sono i regali, giochi e donazioni che di solito riceviamo dopo ogni guerra ma in quel caso il mio vicino ricevette più doni perchè i suoi genitori morirono durante la guerra.
Durante l'anno 2000 sono cambiato. Nuove idee in mente durante la relazione tra le culture, il corpo, la morte e i rituali.
La mia nuova strategia è di mettere insieme tradizioni e identità per creare un particolare gusto e un significato del tutto nuovo per l'esistenza.
Nel 2006 le cose si sono fatte più difficili. Fui obbligato a utilizzare un enorme numero di strategie
per sopravvivere. Dolore e morte erano solo musica per me.
Penso che il tempo sia finito e che voi state pensando che ho detto un sacco di stupidaggini ma la cosa più importante è che proviate a scoprire le votre personali strategie.
Bassam Abou Diab, giovane coreografo libanese, ha lavorato per molti anni con Omar Rajeh Maqamat. Nel 2010 e 2011 ha partecipato al programma di training intensivo di danza Takween, dove ha lavorato con coreografi come Marcel Leemann, Emilyn Claid, Thierry Smith, Luc Dunberry, Marco Cantalupo, Anani Dodji Sanouvi, Radhouane El Meddeb, Jens Bjerregard, Kristina De Chatelle, Damien Jalet e Francesco Scavetta.
Serata in collaborazione con il FOCUS YOUNG ARAB CHOREOGRAPHERS
venerdì 8
ore 21
HABITDATA Compagnia Ariella Vidach-AIEP
La relazione contesa tra natura umana e vita artificiale, tra biologia e robotica, delinea il nuovo lavoro di Ariella Vidach Aiep, coreografia di Ariella Vidach, produzione 2017, regia Ariella Vidach e Claudio Prati. Lo spettacolo esplora e sperimenta le potenzialità della tecnologia dell'automazione applicate alla coreografia.
Un tracciato di scarti tra presente e futuro, una mappatura di echi, risonanze, specularità inesatte, mettono a nudo la relazione tra uomo e macchina, biologia e robotica, due mondi alla ricerca di un equilibrio che si rivela attraverso il delicato processo cognitivo che scaturisce dall’attenzione e dall’ascolto. Il confronto serve a sottolineare le differenze, particolarmente evidenti nelle sequenze all’unisono che vede impegnati i danzatori così come il braccio robotico. Variazioni ritmiche, accenti e sospensioni aprono lo spazio alternate a gesti che rimandano a rituali.
La coreografia è pensata per un ensemble di danzatori in un dialogo indiretto con un braccio robotico dotato di un occhio-telecamera (kinect) e di un videoproiettore. Attraverso un sofisticato sistema di programmazione, l’automa codifica i movimenti dei danzatori, entrando in relazione con essi e proiettando sequenze di immagini e luce in un estraniante gioco di delay.
La relazione tra spazio scenico e realtà aumentata, tra uomo e automa, determina uno sviluppo drammaturgico delle partiture visive, musicali e coreografiche.
idea e regia Claudio Prati e Ariella Vidach
coreografia Ariella Vidach
interpreti Gloria Dorliguzzo, Manolo Perazzi, Federica Esposito
programmazione robotica Massimiliano Davì / MAXeffects
disegno sonoro e programmazione audio Alessandro Perini
programmazione max-msp Paolo Solcia
grafica interattiva e visiva Sebastiano Barbieri
set Claudio Prati
costumi AiEP
produzione 2017/ AiEP
co-produzione FIT Lugano/Festival MilanoOltre/IAC Malmoe
con il sostegno di MIBACT, NEXT Regione Lombardia,
Comune di Milano, DAC città di Lugano,
DECS Canton Ticino/Swisslos
domenica 10
ore 21
METAMORFOSI Gruppo Alhena
“Metamorfosi” è un progetto per il Bimillenario di Ovidio, lo scrittore latino più letto nel mondo, un insieme di performances di danza, musica e video, ispirate ad Ovidio, in cui il pubblico potrà assistere a più narrazioni, attraverso una serie di drammatizzazione dei vari episodi, che lo condurranno nel mondo dei miti di Ovidio con una lettura contemporanea di ricerca di nuove relazioni fra le arti, in un lavoro di universalizzazione dei miti e dei racconti, in modo che il racconto del mondo finirà per apparire piuttosto come il mondo dei racconti.
E' il 3° progetto del Gruppo Alhena su Ovidio, dopo “Ovidio's Parade”, rassegna dei personaggi delle Metamorfosi in case private di Pescara (2012/13) e il “Gran Galà Le Metamorfosi” ( 2013).
In collaborazione con la Scuola di Coreografia dell'Accademia Nazionale Danza di Roma 1° Biennio Coreografi.
Coordinamento e Regia di Anouscka Brodacz
CHEERLEADERS Collettivo PirateJenny- Milano IT
Cheerleaders è un concetto astratto che funge da contenitore tematico creato per indagare le dinamiche di un gruppo/comunita che in maniera parzialmente fortuita si ritrova a dover condividere un luogo e un tempo e a dover gestire un'azione.
A livello di struttura questo concetto viene sviluppato attraverso un device scenico in cui performer e spettatori condividono in egual misura la responsabilita! dell'esito performativo: un dispositivo di gioco multiplayer in cui gli spettatori sono chiamati ad agire in ascolto: sul piano della percezione Cheerleaders permette allo spettatore di partecipare a quello che potremmo definire un processo decisionale e creativo estemporaneo, agito da un cervello diffuso.
La figura della Cheerleader che porta con sé l'immaginario di un mondo in cui la forma si rivela tanto forte da condizionarne il contenuto, diventa il pretesto per un bizzarro gioco di shiftamento tra significante e significato. Questa continua oscillazione diviene terreno fertile per lo sviluppo di un rizoma di suggestioni relative alle tematiche di incitamento, resistenza alla fatica, stato di eccitazione, immagine vincente e autocelebrazione quali aspetti interiorizzati del contemporaneo.
Ideazione Sara Catellani, Elisa Ferrari, Davide Manico
Realizzazione e azione Sara Catellani, Elisa Ferrari, Giselda Ranieri, L'Arbitro (Marco Masello / Matteo Ceccarelli)
Produzione Collettivo PirateJenny/Terra di Nod
Con il sostegno di Inteatro Polverigi / MarcheTeatro (Ancona), Quelli di Grock (Milano), Pim Off (Milano), Cantieri Teatrali Koreja (Lecce), Manifattura K (Milano), I Macelli No Theatre (Certaldo), Electa Creative Arts (Teramo); Spettacolo selezionato e sostenuto da NEXT, Laboratorio delle idee per la produzione e distribuzione dello spettacolo dal vivo lombardo, Regione Lombardia, Edizione 2015; Spettacolo vincitore del Premio Outlet – Circuito Teatrale Abruzzo; Spettacolo selezionato per la Vetrina della Giovane Danza d'Autore 2016 e inserito all'interno della circuitazione del Network Anticorpi XL
sabato 16
ore 21
Progetto BIT GENERATION a cura di High Files e Globster
Risultato finale della residenza artistica che promuove la conoscenza della tecnologia applicata alla danza, alla performance, alla musica approfondendo l'interazione del performer con una complessa architettura multimediale.
La residenza artistica (11 – 16 settembre) è curata da High Files ( al secolo Tommaso Rinaldi) un giovane artista piemontese che lavora su projection mapping, live visuals set, videomapping e stage building.
Collaborano alla residenza: Globster per la musica elettronica e la manipolazione dei suoni, affiancato da alcuni musicisti del Conservatorio “Luisa D'Annunzio” di Pescara e alcuni danzatori professionisti abruzzesi.
domenica 17
ore 21
WONDER(L)AND Nexsus/Simona Bertozzi
“ Avevo tre sedie a casa mia: una per la solitudine, due per l’amicizia, tre per la compagnia…”
Walden Henry David Thoreau
WONDER(L)AND è un progetto di ricerca e un contenitore di pratiche coreografiche che ho esteso a tutto il 2017, il cui denominatore comune sono la tensione e il mistero dell’incontro declinati intorno alla tematica dello stupore e della meraviglia, dalla sorpresa al perturbante.
La tappa di ricerca ospitata nell’ambito del progetto ResiDance XL e accolta da ACS Abruzzo, partirà proprio dalla citazione di Thoreau, in particolare dall’essenzialità della sua visione nei confronti della Natura, percepita in quanto milieu ambientale ma anche come irrefrenabile molteplicità della natura umana, predisposta ad agire stupore e meraviglia come possibilità di continuo sbilanciamento.
In questa prospettiva, l’atto di presenza, nella sua estrema corporeità, può essere vissuto come il costrutto consapevole e inarrestabile di un continuo riassetto posturale. La possibilità offerta a ogni individuo di segnare il proprio territorio e di incrociare le traiettorie dell’altro da sé.
Stupore e meraviglia, dunque, come “azioni sbilanciate” e volte a rinegoziare l’incessante moto della realtà, la molteplicità degli eventi e il loro mutamento.
Progetto e coreografia Simona Bertozzi
Azione Elisabetta Bonfà, Orlando Izzo, Angelo Petracca
Organizzazione Beatrice Capitani
Promozione Elena De Pascale / Beatrice Capitani
Ufficio Stampa Michele Pascarella
Produzione Nexus 2017 -
Il progetto è stato realizzato con il contributo di
ResiDance XL - luoghi e progetti di residenza per creazioni coreografiche
azione della Rete Anticorpi XL - Network Giovane Danza D'autore
coordinata da L'arboreto - Teatro Dimora di Mondaino
Con il contributo di Mibact e Regione Emilia Romagna
CROSSOVER Manolo Perazzi
Manolo Perazzi affida a una parola inglese che significa “miscuglio di generi” e a un sottotitolo in greco, panta rei, mutuato dalla filosofia di Eraclito, lo stato emotivo e fisico della sua danza. Questo lavoro di straordinaria intensità cattura l’uomo sospeso tra il reale e l’immaginario, tra istinto e razionalità, impulsi e freni facendo propri i principi di Eraclito sul divenire e sull' energia che non si interrompe anche quando sembrerebbe accennare ad un’involuzione, ad un arresto. Perazzi cerca un controllo al suo flusso di azioni e pensieri e si domanda: nel continuo divenire l’uomo perde la sua identità? Oppure è l’identità a scaturire dal continuo divenire? Una cosa è certa alla visione dello spettacolo: la perenne metamorfosi del corpo.
Regia e coreografia: Manolo Perazzi
Interpreti: Manolo Perazzi, Valeria Russo
Disegno luci: Ivan Dimitri Pilogallo
Live electronics: Flavia Massimo
Produzione: Gruppo e-Motion con il contributo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo della regione Abruzzo e del comune dell’Aquila.
Coproduzione: CID Oriente Occidente, CID Centro Internazionale della Danza di Rovereto (TN).
Residenze: con il sostegno per le residenze di ACS Abruzzo Circuito Spettacolo (Teramo).
giovedì 21
ore 21
TAIKOKIA T -KO Masako Matsushita e Mugen Yahiro
Il progetto nasce dalla naturale vicinanza dei due autori con il Giappone entrambi italo-giapponesi, Masako Matsushita e Mugen Yahiro, rispettivamente lei danzatrice e coreografa, lui compositore e musicista. TaikokiaT non è unicamente la loro storia, ma un incontro tra creativi da diverse discipline, alla ricerca di un dialogo tra gli opposti.
TaikokiaT-ko nasce dall’incontro tra danza e taiko, nel tentativo di risvegliare energia e potenza raggiungendo tramite oscillazioni l'animo dell'individuo. All'interno della breve esecuzione, che fa parte di un progetto più grande TaikokiaT Shind, si genera un dialogo tra corpo e ritmo, tra azione a ascolto, tra vigore e compostezza, passando attraverso la tradizione unendo culture distanti.
ideato da: Masako Matsushita e Mugen Yahiro
coreografia e danza: Masako Matsushita
artista del taiko: Mugen Yahiro
costume Gloria Bellardi, Mugen Yahiro
realizzazione costumi: Marisa Vitiello
assistente di produzione: Paolo Paggi
con il supporto di AMAT, Naturalmentesana, Onlus “il Crogiuolo”, Libera Università Oki Do Mikkyo Yoga e Wabi Sabi
in collaborazione con Festival Scenari Europei del Florian Metateatro
venerdì 22
ore 21
COSMOPOLITAN BEAUTY Davide Valrosso
Ho immaginato una performance capace di mutare costantemente, dove i gesti appaiono come appunti di viaggio scritti disorganicamente. Dove la bellezza appare come il frutto di una conquista, di uno spostamento di un viaggio dell’uomo verso un luogo indefinito. Cosmopolitan Beauty è il regno delle cose perdute che hanno lasciato una loro traccia nell’esperienza del corpo. E’ il frutto di un viaggio, un luogo contraddittorio dove si fa esperienza della fragilità delle cose, ma anche della loro forza. È un isola che si richiude in se stessa, ma che resta aperta al luogo che la contiene.
Coreografia e danza: Davide Valrosso
in collaborazione con Festival Scenari Europei del Florian Metateatro
L'intera rassegna vede la collaborazione con il Liceo Coreutico “Misticoni-Bellisario” di Pescara per l'alternanza Scuola/Lavoro.
Master class
Simona Bertozzi 18 settembre
Masako Matsushita 21 settembre
Info e prenotazioni master Class 380/3322179
Info e prenotazione biglietti 333/3819157
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