'Metamorfosi. Di forme mutate' in scena al Florian
Il Teatro del Lemming il 23 e 24 giugno presenterà al pubblico, in presenza, la sua ultima produzione liberamente ispirata alle Metamorfosi di Ovidio. Lo spettacolo propone per ogni partecipante un‘immersione intima e personale nello spazio del rito, del mito e del ricordo. Il lavoro propone anche una possibile via d’accesso ad un altro livello di realtà, dove si è posti all’incrocio fra il mondo dei vivi e il mondo dei morti. Come afferma Massimo Munaro, direttore artistico del Lemming:
“In un’epoca di distanziamenti sociali e di consumo bulimico di immagini standardizzate, il tentativo è quello di costruire uno spazio rituale e misterico, nel quale opporre al fragore dei media il silenzio di un incontro, il fuoco di un’esperienza condivisa. Un incontro fra umani”.
È come se si precipitasse nel labirinto di una memoria ad un tempo personale e archetipica. La distanza attore-spettatore mima qui quella distanza irricomponibile che ci separa da ciò che è stato e che non tornerà più. La materia si disfa, si decompone, si mescola. Tutto cambia e si trasforma. Le Metamorfosi cantate da Ovidio si specchiano, così, nelle tante metamorfosi attraversate da ciascuno di noi, in un continuo movimento fra morti e rinascite. È previsto l’ingresso di un numero limitato di spettatori con prenotazione obbligatoria in 4 turni secondo il seguente orario: 19 / 19.45 / 20,30 / 21,15.