Laura Morante al teatro Massimo con "Memorie"
Il cartellone musicale della Società del Teatro e della Musica "Luigi Barbara" prosegue venerdì 15 ottobre al Teatro Massimo con il primo dei progetti speciali dedicati al cenetesimo anniversario della nascita di Astor Piazzolla. Saranno di scena Laura Morante e l'Ensemble Lumière (Marco Fabbri al bandoneón, Massimo Repellini al violoncello e Stefano Giavazzi al pianoforte) in "Memorie", spettacolo liberamente tratto dal libro "A manera de memorias" di Natalio Gori.
Laura Morante nasce il 21 agosto 1956 a Santa Fiora, in provincia di Grosseto, in una famiglia dove la cultura e l'arte sono di casa, il padre, infatti, è lo scrittore e giornalista Marcello Morante, fratello minore di Elsa. Sin da giovanissima è coinvolta dal palcoscenico, dove debutta con Carmelo Bene, per cui recita in diverse pièce teatrali come 'Riccardo III' e 'S.a.d.e.'. Nel 1980 arriva anche l'esordio al cinema nei panni di una giovane tossicodipendente in 'Oggetti smarriti' di Giuseppe Bertolucci, fratello minore di Bernardo, con cui poi lavorerà l'anno seguente in 'La tragedia di un uomo ridicolo' (1981) con Ugo Tognazzi e Anouk Aimée. È solo al suo terzo lavoro quando incontra sulla sua strada Nanni Moretti, regista che più di chiunque altro l'ha messa sotto i riflettori, prima con 'Sogni d'oro' (1981) e poi soprattutto con 'Bianca' (1984). Nel 1983 una Morante che ha da poco iniziato a calcare la scena del grande schermo si ritrova a condividere il set con un divo come Jean-Louis Trintignant in 'Colpire al cuore' di Gianni Amelio.
È proprio all'inizio degli anni '80 che, oltre a prendere parte a produzioni italiane con registi del calibro di Mario Monicelli, partecipa anche ad alcune di stampo francese, che verso la metà del decennio la porteranno a trasferirsi a Parigi. In terra franca raggiunge il successo con la serie tv Les Jurés de l'ombre (1989) di Paul Vecchiali. Donna di grande drammaticità, la permanenza nella capitale francese le permette anche di entrare in contatto non solo col cinema francese, ma europeo in generale; è così che diventa la protagonista nel 1986 del portoghese À flor do mar e nel 1988 del thriller italo-tedesco 'Un amore di donna'. Continua al contempo a lavorare anche in Italia, viene diretta infatti nuovamente da Amelio in I ragazzi di via Panisperna (1989) e si misura con la commedia accanto a Diego Abatantuono e Fabrizio Bentivoglio in Turné (1990) di Gabriele Salvatores, dimostrando grande naturalità anche in ruoli più leggeri, così come farà più tardi anche con 'Ferie d'agosto' (1996) di Paolo Virzì.
Nel 1997 è nel cast dello spagnolo Lo sguardo dell'altro come protagonista, una sociologa sessuomane, mentre due anni dopo torna a recitare in Italia, dove vince il Globo d'oro per la sua interpretazione ne 'L'anniversario' (1999). Il nuovo millennio la vede far ritorno in Italia, prendere parte a una nuova commedia, 'Liberate i pesci!' (2000) di Cristina Comencini, e aggiudicarsi un David di Donatello e un Ciak d'oro per 'La stanza del figlio' (2001), dove viene diretta per la terza volta da Nanni Moretti. Nonostante il ritorno in patria, sono ancora molti i registi internazionali che desiderano lavorare con lei nel corso degli anni Duemila, a cominciare dall'inglese Mike Figgis con 'Hotel' (2001) a John Malkovich con 'Danza di sangue - Dancer Upstairs' (2002) fino a un mito del cinema francese come Alain Resnais in 'Cuori' (2006). Nello Stivale, oltre a riprendere in mano le redini del teatro, interpreta la scrittrice Sibilla Aleramo in 'Un viaggio chiamato amore' (2002) accanto a Stefano Accorsi nei panni di Dino Campana. Viene diretta da Gabriele Muccino in 'Ricordati di me' (2003), con il quale ottiene sia una candidatura ai David di Donatello che ai Nastri d'argento - doppia nomina che riceverà senza vincere anche con 'Liscio' (2006).
Il Nastro, però, se lo aggiudica nel 2004 con la commedia 'L'amore è eterno finché dura' di e con Carlo Verdone, di cui interpreta la moglie; abbandonati i ruoli drammatici che aveva caratterizzato gli inizi della sua carriera, segue la scia della commedia anche con il film di Sergio Castellitto, 'La bellezza del somaro' (2010). In questi anni inizia anche una fruttuosa collaborazione con Pupi Avati, che la vede protagonista di tre lavori da lui diretti: 'Il nascondiglio' (2007) e 'Il figlio più piccolo' (2010) per il cinema e 'Con il sole negli occhi' (2015) in tv. La Morante sperimenta anche la regia, portando sul grande schermo 'Ciliegine' (2012), con cui si aggiudica un Globo come Miglior rivelazione, e 'Assolo' (2016), commedie di cui è anche protagonista. Nel 2015 le viene conferito il Nastro d'argento europeo e ormai indirizzatasi pienamente verso ruoli più disimpegnati, condivide ben due volte il set con Marco Giallini in 'Ogni maledetto Natale' (2014) e 'Se Dio vuole' (2015), mentre nel 2018 è protagonista insieme a Rocco Papaleo di 'Bob & Marys'.