La storia di Cetteo, il primo vescovo e patrono di Pescara, diventa uno spettacolo teatrale
Si svolgerà giovedì 15 dicembre la prima teatrale di 'Cetteo', spettacolo scritto e diretto dalla regista Franca Arborea e patrocinato dalla Presidenza del Consiglio Comunale. La drammatizzazione della vicenda terrena, tutta pescarese, del vescovo Cetteo sotto il dominio longobardo del VI secolo è stata presentata in conferenza stampa stamane, in presenza della regista e degli attori della Compagnia Teatrale “Gli Amici della Saletta” che insieme ad altri gruppi di teatro vernacolare saranno i personaggi della storia.
La vita di Cetteo è legata a una passio leggendaria: dalla Dalmazia viene accolto nella chiesa principale della città ed è talmente benvoluto che ne diventa vescovo. La sua storia è interessante anche per capire come si viveva a Pescara, quali usi, costumi e personaggi animavano la città nell'epoca longobarda e sarà una scoperta, affidata alle ricerche e al lavoro anche linguistico che la regista Franca Arborea ha fatto nel metterlo in scena.
Cetteo, grazie a una bolla di Gregorio Magno e con la mediazione di Teodolinda, regina dei Longobardi, divenne capo dell'esercito che li respinse dai nostri territori. La presenza di Cetteo e la sua morte ingiusta influirono sulla città e sulla sua vita. L'idea che muove l'opera teatrale 'Cetteo' è quella di fare un recupero delle radici delle nostre memorie, per parlare del popolo di Pescara prima che la città si chiamasse così, quando, ancora Aternum, viveva del fiume, che era spartiacque virtuale fra i ducati longobardi di Spoleto e Benevento.
La sua storia si colloca all'epoca del declino dell'impero romano d'Occidente, è interessante per capire come viveva il popolo, di cosa viveva e anche come venivano trattate le donne. Una figura che viene fuori è, infatti, quella di Orsola, donna delle erbe, che ha imparato a leggere e scrivere perché si redimesse. Cetteo annegò e il suo corpo approdò fino alle sponde del fiume per essere raccolto e tumulato.
E', questo, anche un lavoro corale: 28 attori scelti nel panorama artistico abruzzese, che fanno parte di realtà vernacolari di Moscufo, Lettomanoppello, Sambuceto, Fracavilla e Pescara, un'armonia di suoni dialettali che darà piacere anche a chi ascolta che potrà riconoscersi fra le varie inflessioni delle parlate.