Al Florian torna "Arturo", di e con Laura Nardinocchi e Niccolò Matcovich
Al Florian torna "Arturo", di e con Laura Nardinocchi e Niccolò Matcovich, spettacolo vincitore del premio Scenario Infanzia nel 2020 e finalista al premio In-Box Blu 2021, vincitore Premio della Critica FringeMI 2023, vincitore Premio Direction Under 30 2023 Una produzione Florian Metateatro e Rueda/Habitas scena Fiammetta Mandich suono Dario Costa luci Marco Guarrera illustrazioni Margherita Nardinocchi grafica Clarice, foto Simone Galli, Elisa Nocentini assistenza e cura Anna Ida Cortese.
Dopo l'apprezzatissimo "Pezzi", presentato in dicembre, la giovane regista e autrice pescarese Laura Nardinocchi, sempre più lanciata a livello nazionale, torna con il suo ultimo lavoro realizzato in coppia con Niccolò Matcovich. Arturo nasce dall’incontro di due regist?/autor? che condividono lo stesso dolore: la perdita dei propri padri. Da qui l'esigenza di trasformare le autobiografie da memorie private ad atto collettivo e universale. I due piani si invertono, si intersecano, si mischiano e a volte si confondono. Sul palco si costruisce un puzzle della memoria i cui pezzi sono disposti nello spazio in maniera casuale.
Ciò permette al lavoro di avere una struttura mutevole, non replicabile e dalle “infinite” combinazioni, proprio come l’andamento della memoria. L’intento è di trattare la morte, spesso vista come un tabù, con la voglia non di compatirsi o cercare conforto, bensì trasformando il dolore in atto creativo. Laura Nardinocchi, dopo l’importante vittoria nel 2019 con lo spettacolo Pezzi al Roma Fringe Festival 2019, è stata la prima artista abruzzese a vincere il prestigioso Premio Scenario Infanzia, proprio con Arturo. La giuria ha così motivato la sua scelta: “Arturo affronta in modo sobrio e composto il dolore per la morte del padre senza mai scadere nella retorica e riunendo in un’emozione autentica le nuove generazioni e il pubblico adulto. Lo spettacolo ci invita a riflettere sulla figura del padre e a confrontarci col tema della morte, spesso tabù sulla scena e nella vita.
Utilizzando un interessante dispositivo drammaturgico, lo spettacolo si modula diversamente grazie all’interazione con gli spettatori e chiede ogni volta ai due interpreti di rendere unica e irripetibile la loro performance. Un teatro di verità che, grazie all’autenticità dei due protagonisti, rende incerto il confine della rappresentazione.” Per la grazia del lavoro e per la modalità innovativa della relazione col pubblico, lo spettacolo è consigliato per un pubblico adulto e di ragazzi a partire dai 12 anni.