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Sanremo 2018, gli "Specchi rotti" di Alice Caioli parlano anche pescarese

La cantante siciliana ha inciso per la “Round 35”, che ha sede nella nostra città. Questa etichetta discografica non è nuova ad esperienze festivaliere essendo nata attorno alla Step Musique, che nel 2005 aveva portato all'Ariston La Differenza

Parla anche un po' pescarese l'esperienza della 22enne Alice Caioli a Sanremo. La giovane cantante siciliana, infatti, ha inciso per l’etichetta “Round 35”, che ha sede nella nostra città. Questa casa discografica non è nuova ad esperienze festivaliere essendo nata attorno alla Step Musique, che nel 2005 aveva portato sul palco dell'Ariston La Differenza, piazzatasi al secondo posto nella classifica finale delle Nuove Proposte.

Alice Caioli si è aggiudicata il premio della Sala Stampa Lucio Dalla e il Premio Afi – Associazione Fonografici Italiani tra i Giovani. Dopo la sua prima esibizione con il brano “Specchi rotti” aveva raggiunto la vetta della classifica parziale (giuria demoscopica) delle Nuove Proposte, ma alla fine non è riuscita a salire sul podio.

Il senso della canzone di Alice Caioli

Il singolo portato in gara da Alice parla di lei e del suo vissuto in relazione al mancato rapporto con il padre. Una finestra come portale attraverso cui mettersi in contatto con la figura paterna. è la metafora della discrepanza tra la percezione di se’ allo specchio in una visione intatta, solida e perfetta e quella che è invece la vera essenza, spesso frammentata e a pezzi. Firmata dalla stessa Alice Caioli insieme a Paolo Muscolino, che ne ha anche curato la produzione, la canzone è un’intensa ballad dal forte impatto melodico, ricca di suggestioni elettroniche e dal sapore r’n’b.

Il video di "Specchi rotti"

Il video, per la regia di Alberto Cosenza, è stato girato a Castel di Tusa, in provincia di Messina, presso la struttura Atelier sul Mare, un museo albergo dove 22 delle sue stanze sono vere e proprie "camere d'arte" in quanto ideate da artisti di diversi campi. "La torre di Sigismondo" è la camera in cui sono ambientate la maggior parte delle scene del video ed è firmata dal cineasta Raùl Ruiz. Il fulcro della stanza, dalle pareti nere e nude, è costituito da un grande letto rotondo girevole di tre metri di diametro, che occupa quasi tutto lo spazio della torre. Ma ecco l’artificio che diventa arte e bellezza: in contrasto con l’idea di uno spazio di reclusione, il soffitto si apre completamente, donando all’ospite attore/spettatore la possibilità di rinascere, di vivere il passaggio salvifico dalle tenebre alla luce, e metaforicamente il letto bianco diviene quella luna che, con il soffitto aperto, illuminerà il cielo stellato. Quell'enorme finestra in cima alla stanza ricorda proprio la stessa finestra citata da Alice nel suo brano.

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