"Natura/e", mostra d'arte contemporanea di Robertaceudek all'Aurum
Tra i tanti eventi che ogni estate vengono ospitati all'Aurum c'è quest'anno anche la mostra d'arte contemporanea "Natura/e" dell'artista Robertaceudek, in programma dal 1° al 7 luglio nella Sala degli Alambicchi. Il corpus, composto da una trentina di opere, tra dipinti polimaterici e “photopainting”, stampe fotografiche ritoccate con smalti colorati, rappresenta un excursus completo dell'ispirazione artistica dell'autrice, classe 1970. «L'ispirazione, da sempre, per me, è la natura. Anzi, le nature, plurale universale. Perché mi piace rappresentare in una dimensione emozionale la Natura che ci sta intorno, fatta di piante, luce, acqua e terra. Ma indagando contemporaneamente anche la natura umana, crogiolo di contraddizioni e complessità. Il plurale risale quindi alla dimensione più intima, più profonda e verticale, e anche più fragile, di questa duplicità. Spesso, Natura e natura umana sono in aperta antitesi. Ma solo perché gli uomini dimenticano le proprie radici», spiega l'artista.
Tra le opere esposte, tele realizzate con dettagli materici “rubati” alla Natura - un nido, un alveare - anche una scelta di photopainting, stampe fotografiche ritoccate con smalti colorati, delle quali il noto critico d'arte Paolo Levi ha scritto: «Questi lavori sono messaggi figurali altamente poetici, apparentemente informali, eppure riconoscibili come territori già esplorati nei misteriosi percorsi onirici che appartengono a tutti noi. Sotto il nostro sguardo appare un territorio disabitato, di una malinconia postapocalittica, mutevole nella luce di stagioni, albe, o tramonti impossibili, e in perpetuo movimento; ma forse, dopo l'apocalisse, la Sentenza Finale annuncerà una nuova stagione dell'innocenza».
Una serie di “racconti per immagini” quasi premonitori, che hanno anticipato gli avvenimenti di questi ultimi difficili anni (le opere sono del 2018), tra pandemie, guerra, distruzione degli ecosistemi: un mondo in cui la Natura scompare e la natura umana si rivela nelle sue pulsioni peggiori. Accanto, dipinti che rappresentano una Natura intensa ed espressiva, ma spesso alterata, nella sua bellezza, dalla mano pesante dell'uomo: la plastica cambia i paesaggi e invade gli oceani, lasciando ovunque tracce indelebili. Ecco allora che lo spazio naturale diventa occasione per una riflessione proprio sulla natura umana, e sulla sua volontà distruttiva, che non sa darsi un limite.
Nei più recenti lavori della serie "Qr-Cracy", la pervasività della dimensione tecnologica: opere a tecnica mista in cui parti del corpo - il cuore, il cervello, un piede - indagati radiograficamente, diventano rappresentazione esatta di un futuro (che è già presente?) in cui la tecnologia segnerà profondamente l'essere umano, cambiandone, metaforicamente, il dna. Labirinti in cui la biologia umana si intreccia con i crittogrammi del qr-code, "Quick Response", perdendo parte della propria umanità, e molto della propria libertà naturale, in favore di una "risposta rapida" che non sempre è garanzia di benessere e di progresso personale e sociale, proprio perché contribuisce ad allargare quella frattura che ci divide da "pacha mama", la terra, la nostra dimensione naturale, madre di tutto e tutti.