Domenica 31 agosto “Pescara ha memoria” per ricordare il bombardamento del 1943
Una serie di momenti, articolati in un unico evento denominato “Pescara ha memoria” per ricordare il bombardamenti che distrussero la città nel 1943
“Pescara ha memoria”, è questo il titolo della giornata-evento a cura della Presidenza del Consiglio Comunale e ANPI Pescara (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) che si svolgerà nella giornata di domenica 31 agosto a partire dalle ore 21.30, a 71 anni dai bombardamenti che dal 31 agosto al 14 settembre colpirono la città provocando distruzione e migliaia di vittime.
La celebrazione. Sarà una celebrazione articolata in tappe, contrassegnate da tre gigantografie della città colpita dalle bombe alleate e da incontri con personaggi e ricordi speciali sui fatti di quella fine estate del 1943. Si partirà dalla vecchia stazione cittadina. Da lì ci si sposterà presso il vecchio muro delle ferrovie, posto nella parte terminale di Corso Vittorio, sede di una lapide commemorativa e delle celebrazioni ufficiali e poi in via Trieste, una delle ferite più forti del centro, per culminare in piazza Salotto, piazza Della Rinascita, dove si terrà il discorso del sindaco Marco Alessandrini e dove ci sarà un microfono messo a disposizione della città, per raccogliere i ricordi di chi visse quei giorni e le testimonianze di quanti di quanto vorranno condividerne la memoria.
Il futuro. Il microfono aperto alla città per raccontare quei giorni è l'inizio di un cammino della memoria che sarà arricchito da testimonianze anche scritte che l'Amministrazione Comunale sarà lieta di raccogliere a partire da questo nuovo inizio. Durante la manifestazione sarà lanciato un appello in tal senso, affinché ogni anniversario possa restituire alla storia cittadina un pezzo di memoria, che è qualcosa in più di un singolo ricordo personale.
Le dichiarazioni. “Mi impressiona la memoria di quella giornata che molti raccontano essere stata molto calda, tanti pescarsi erano al mare e molti giovani videro arrivare gli aerei proprio da lì, preceduti dal suono delle sirene, senza immaginare la devastazione che avrebbero portato – così il presidente del Consiglio Comunale Antonio Blasioli - Le sirene suonarono anche altre volte in città come racconta un bel libro di Marco Patricelli "L'Italia sotto le bombe", ma non accadde mai nulla. Quel giorno però la curiosità si trasformò di li a breve in terrore. Nessuno si aspettava di essere l'obiettivo di tonnellate di bombe che distrussero l'80 per cento della città e uccisero migliaia di persone. La nostra memoria deve raccontare che la guerra che oggi sembra così distante da noi, invece ci ha toccato lasciando segni profondi nella nostra storia. Per questo abbiamo raccolto l'appello dell'Anpi perché questo anniversario non fosse una semplice celebrazione, ma la costruzione di una memoria collettiva da consegnare soprattutto nelle mani delle generazioni più giovani della città odierna. Per ricordare loro che la guerra oggi distante migliaia di km, settantuno anni fa fu nella nostra città e per un monito alla ricerca costante della pace".
“E' bello pensare a una sorta di marcia in quattro punti simbolici della città, i più bombardati – spiega Enzo Fimiani, Presidente dell'ANPI Pescara - L'ANPI ha voluto questo evento, perché fra i fini statutari dell'Associazione c'è quello, fondamentale, di interconnettere in modo sensato e fecondo il presente al passato. Ogni comunità vive in quanto ha una memoria civile. Cosa diversa dal ricordo, a volte traumatico e indelebile, ma che rimane nella sfera individuale. A noi interessa la memoria, Pescara ricorda sarebbe stato un errore, Pescara ha memoria, invece, è la prospettiva da percorrere per celebrarla, perché sappiamo di essere quello che siamo in ragione di quel passato, pur doloroso che abbiamo vissuto. Significa anche attualizzare la memoria perché i giovani devono ricordare il passato recente che fa parte della nostra storia di oggi. Viviamo dell'eredità di questo passato che può avvenire con una corretta memoria civile: negli anni scorsi c'è stato un distorto utilizzo della memoria civile in questa città. Oggi l'Anpi c'è perché, invece, la memoria passi nella maniera più limpida possibile, attraverso la storia”.
“Apprezzo di questa iniziativa il senso del recupero della memoria – sottolinea il sindaco Marco Alessandrini – Farlo è indispensabile, perché è recuperare il senso di ciò che è successo ieri per le sfide di domani. La guerra è sicuramente una dimensione brutta, catastrofica, perché la gente muore, ma i venti di guerra che ci arrivano da posti che sembrano lontani e non lo sono, non possono esaurirsi con il suono di un clic di chi spegne il computer e passa ad altro. Non bisogna mai rassegnarsi alla violenza cieca, ma noi che siamo la politica dobbiamo cercare e affidarci ad altre significati. Di buono c'è che abbiamo ancora qualcuno che ci può raccontare i fatti, che l'Abruzzo c'è ancora, malgrado la devastazione di quei bombardamenti, ha resistito e può raccontarlo, per questo ci teniamo davvero che a farlo sia la città stessa, attraverso le proprie memorie”.
“La tragicità delle circostanze è da sottolineare, oggi più che mai – aggiunge Massimiliano Di Pillo: - La città è piombata di colpo in una tragedia veramente incredibile, lo si percepisce sfogliando le foto di quel giorno, guardando le voragini che le bombe aprirono nel centro della città distruggendo palazzi e vite umane. I teloni serviranno a rendere parte di questo effetto, per far vedere come furono ridotta Pescara dalle bombe: com'erano Piazza Salotto, via Trieste e la Stazione dopo quei giorni”.
Le prime memorie. “Le memorie dei singoli, anche quelle aneddotiche possono servire a costruire la storia di un popolo. Senza memoria condivisa il popolo non ha identità nazionale né patria. La storia dei bombardamenti è una storia terribile – dice Luciano De Angelis, uno degli ultimi testimoni delle vicende drammatiche- D'estate i miei ci mandarono in montagna, il primo bombardamento non lo vivemmo che nel racconto degli altri. Ma dopo l'8 settembre, quando la guerra sembrava finita e la pace tornata e noi tornammo a casa il secondo bombardamento lo vidi dai binari della stazione. Quelle bombe furono precedute da un assalto alle merci di un treno militare senza meta e si dice che lì ci furono migliaia di morti perché la notizia si diffuse e migliaia di persone andarono verificare che fosse vero. C'ero anch'io e sui binari ho assistito a scene drammatiche. Scene che vanno spiegate ai giovani che non hanno negli occhi corso Vittorio in macerie e non hanno respirato la polvere della propria città, ma che devono sapere cosa è accaduto”.
“Sono del ‘40 e i ricordi dei bombardamenti in quei giorni io li ho da Sulmona, dove vivevo – così Carlo Isacco, che di anniversari e manifestazioni storiche è stato un accurato cerimoniere - quando arrivarono gli aerei tutti uscirono a guardare. Anche noi eravamo alla stazione, ma le bombe arrivarono sulla Pineta e ci salvammo. A Sulmona abitavo in un palazzo dove c'era il comando tedesco, ai soldati ero simpatico, perché malgrado avessi un cognome ebraico, Isacco, ero biondo, ma per un bambino non era semplice capire cosa fosse la guerra, cosa facessero quelle persone che scherzavano con me, finché non ne vivemmo gli effetti. I ricordi sono tanti e sono rimasti, è indispensabile trasmetterli e scambiarli con altre persone che li conservano perché appartengono alla nostra storia e non possiamo costruire un futuro diverso senza tenerli a mente.
Sul percorso, insieme a tanti altri cittadini ci sarà il Senatore Nevio Felicetti, assessore all'urbanistica del Comune di Pescara, che visse quei bombardamenti e Gaetano Novello già Sindaco della Città.