Giornata della memoria: in conservatorio il concerto per ricordare Witold Pilecki, "Il volontario ad Auschwitz"
Si chiama “Il volontario ad Auschwitz - omaggio a Witold Pilecki” l'evento che si terrà al conservatorio giovedì 26 gennaio a partire dalle ore 18.30, in occasione della giornata della memoria, con l'esecuzione in prima assoluta della "Petite Suite Pilecki", 5 quadri sinfonici di Marco Patricelli: "Elegy", "Scherzo-Waltz", "The Touch of Evil", "Fides (Faith)" e "Spes (Hope)". Tutto parte dal libro dello storico Patricelli "Il volontario", dedicato a Witold Pilecki che stavolta verrà celebrato nell’80° della fuga dal lager (24 marzo 1943) e nel 75° dell’uccisione (25 maggio 1948), alla presenza dell’ambasciatore plenipotenziario della Repubblica di Polonia Anna Maria Anders.
In scena l'orchestra sinfonica del conservatorio diretta da Adriano Melchiorre. Violini: Renato Marchese, Paola Ferella, Stella Di Domenicantonio, Sara Razzani, Filippo Sciarra, Stefana Nastasa. Viole: Paola Emanuele, Chiara Luciani, Giulio Saccomandi. Violoncelli: Daniele Benedetti, Luigi Di Cristofaro, Mehdi Chbary. Contrabbasso: Alessio Rinaldi. Arpa: Silvia De Luca, Flauto: Carla Piras. Oboe: Alessia Orlando. Clarinetto: Luca Piccoli. Fagotto: Samuele Di Francesco. Tromba: Angelo Spagnoli. Tromboni: Guglielmo Palazzese, Antonio Gizzi. Corno: Carlo Torlontano, Francesco Ferrante. Percussioni: Lorenzo Ramundi, Giovanni Salerni, Alessia D’Alanno, Giovanni Di Pietrantonio.
"Scoprii per caso l’affascinante e drammatica storia del capitano Witold Pilecki a Varsavia, nel 2009, dove mi trovavo per un incontro con il regista Andrzej Wajda che aveva da poco realizzato lo straordinario e ancora troppo poco conosciuto film “Katyn” - racconta Patricelli - Con l’anima dello storico decisi in una notte, proprio nella capitale polacca, che avrei ricostruito e raccontato la sua vicenda straordinaria con un volume poi pubblicato da Laterza nel 2010 e tradotto in diverse lingue, definito «un saggio travestito da romanzo» perché tutto quello che sembrava finzione era invece realtà. Pilecki era pressoché sconosciuto in Europa, nonostante fosse una figura emblematica e assai probabilmente unica nella lotta ai grandi totalitarismi del Novecento, il nazismo e il comunismo, pagando con sofferenze indicibili nel lager di Auschwitz e infine con la vita il suo anelito alla libertà".
A un certo punto Patricelli ha avuto un'intuizione: "Con l’anima del compositore ho deciso in seguito, con la formula del poema sinfonico, di raccontare anche in partitura la straordinaria esperienza del «più coraggioso tra i coraggiosi». La “Pilecki’s Suite” in sette quadri per grande orchestra sinfonica è diventata la “Petite Suite Pilecki” in cinque, modellata attorno all’organico dell’Orchestra del Conservatorio “Luisa d’Annunzio”, dove mi sono formato nelle classi di pianoforte e di composizione, grazie alla sensibilità del direttore Alfonso Patriarca, mio compagno di studi, e del presidente Maurizio Di Nicola. Fedele al principio stravinskijano che la musica esprime solo se stessa, i brani che la compongono non sono quindi descrittivi di pagine della vita di Pilecki, ma piuttosto suggestioni derivate dalle sue esperienze, dal suo carattere e dalla sua personalità".