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Economia

Voli charter dall'aeroporto d'Abruzzo, una piacevole eccezione

Vittorio Catone, presidente della Saga, cioè la società che si occupa della gestione dell'aeroporto, spiega chiaramente a IlPescara.it che i voli charter sono così esigui al "Liberi" per gli alti costi

Quella dei voli charter dall'aeroporto d'Abruzzo è destinata a rimanere una "piacevole" eccezione, nonostante garantisca un ritorno d'immagine non indifferente e dia indubbio prestigio al valore internazionale dello scalo pescarese.

Vittorio Catone, presidente della Saga, cioè la società che si occupa della gestione dell'aeroporto, spiega chiaramente a IlPescara.it che i voli charter sono così esigui al "Liberi" non per un problema della stessa Saga o dei tour operator: "L'ostacolo principale è dato dal fatto che parliamo di aerei grandi, non basati a Pescara. Ebbene, per poter effettuare questo tipo di servizio bisogna farli arrivare vuoti e poi farli tornare dove sono stati basati. Quando si cerca di fare un volo charter con i biglietti in vendita, ciò si va a sommare al prezzo totale, quindi è un investimento importante per chi lo organizza, totalmente a carico suo. Noi, quando c'è la volontà da parte di questi operatori, ci mettiamo a completa disposizione, possiamo intervenire sulle tariffe e fornire un'assistenza garantita al massimo, ma sussistono comunque costi imponenti per chi si occupa dell'organizzazione. Quello è il grande ostacolo".

Il dibattito sui charter si è riacceso dopo la positiva riuscita del volo Pescara-Istanbul che è stato organizzato da un'agenzia viaggi locale insieme ad altri tour operator del posto. L'aereo è decollato da Pescara alle 11,40 del 18 aprile, giungendo a destinazione alle 14,27 locali (cioè le 13,27 italiane): in altre parole, in meno di due ore è stato possibile raggiungere la Turchia direttamente dalla nostra regione. Stesso discorso per il volo di ritorno, con l'aereo decollato da Istanbul alle 9,34 del 25 aprile e atterrato a Pescara alle 10,29 italiane, cioè le 11,29 turche. Come scalo è stato scelto il secondo aeroporto di Istanbul, vale a dire il Sabiha Gökçen, che si trova nel lato asiatico della città e dista circa 40 km dal centro storico: essendo una base Pegasus (compagnia low cost della Turchia), il velivolo scelto è stato proprio un Airbus A320 di questo vettore.

La vacanza in Turchia ha portato 185 passeggeri alla scoperta di Istanbul e della Cappadocia, ma ha consentito anche un turismo a parti invertite, poiché per ammortizzare i costi è stato allestito contemporaneamente un tour di 170 turchi in Italia tra città d'arte come Roma, Firenze e Venezia. In questa maniera è stato possibile sfruttare tutti i quattro viaggi operati da Pegasus lungo la rotta Pescara-Istanbul. 

Come mai, però, il discorso dei voli charter non sembra "decollare", dal momento che questo, di fatto, è stato il terzo charter in 3 anni e mezzo? In precedenza, infatti, ci sono stati soltanto due aerei per Abu Dhabi, uno nel dicembre 2019 e l'altro nello scorso febbraio. La spiegazione, per Catone, è molto semplice: "Come dicevo prima, il costo per organizzare un volo charter è importante. Bisogna considerare almeno un'ora di volo, e senza dubbio va dato onore al merito per chi ha pensato a questo viaggio, ma le cose non sono così semplici. Siamo ovviamente contenti se questi voli atterrano in Abruzzo, ma si tratta di un'organizzazione complessa".

In passato c'è stato chi ha parlato della possibilità di sfruttare l'appeal dell'aeroporto d'Abruzzo anche per farlo diventare il terzo scalo di Roma, ma su questa possibilità Catone si mostra molto prudente: "Non è certamente questo l'ambito. Il terzo aeroporto di Roma è un altro tema, ancora più complicato. Noi continuiamo a lavorare anche perché, come aeroporto d'Abruzzo, stiamo facendo grandi numeri, riuscendo a garantire servizi e connettività. Tuttavia Roma è un altro mercato per noi, che coinvolge un'altra dinamica".

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