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Economia

Genova, Strada dei Parchi rassicura: "A24 e A25 non sono pericolose"

Parla il vicepresidente Mauro Fabris: "In caso contrario sarebbero chiuse, siamo responsabili". E sull'ipotesi di revoca delle concessioni: "Siamo in un Paese democratico: decide il Parlamento, ma non dimentichiamo che c'è un contratto"

"Chiariamo una cosa: se le autostrade A24 e A25 fossero pericolose, non sarebbero aperte. C'è in gioco la responsabilità del concessionario, e del governo che vigila. C'è un costante monitoraggio, anche straordinario, vista la sismicità dell'area, in particolare su tutti i viadotti".

Così Mauro Fabris, vicepresidente di Strada Dei Parchi, la spa che gestisce le A24 e A25 di Lazio e Abruzzo, sullo stato delle due arterie al centro di un braccio di ferro tra la concessionaria e il ministero delle infrastrutture sulla erogazione di fondi necessari per la messa in sicurezza di tratti, strategici in caso di calamità naturali. L'intervento si è fermato a metà per lo stop ai fondi.

Strada Parchi: "Tornare alla gestione statale? C'è corrispettivo da pagare"

Fabris ha commentato anche il dibattito innescato, dopo la tragedia di Genova, dalla decisione del governo di avviare le procedure per revocare la concessione ad autostrade, gestore della A10:

"Siamo un Paese democratico: trent'anni fa ci fu dibattito feroce in materia, e si decise che lo Stato uscisse dall'economia, si disse basta ai 'panettoni di Stato', alle banche pubbliche, si stabilì che l'Anas non dovesse più gestire le autostrade perché era ritenuta un baraccone. Oggi si decide di cambiare linea e tornare alla gestione pubblica? E' una scelta che farà il Parlamento e i cittadini che condividono questa linea. Per quello che ci riguarda, c'è un contratto, e laddove si decidesse di rescinderlo, ci sono clausole, basta che ci venga riconosciuto il corrispettivo economico previsto dal contratto''. 

Strada dei Parchi chiede che venga approvato immediatamente il Piano economico finanziario, atteso dal 2012 quando la messa in sicurezza definitiva è stata inserita nella legge di stabilità alla luce della strategicità dell'opera in occasione di calamità naturali. Anche per trovare una soluzione condivisa per evitare nuovi aumenti dei pedaggi, lievitati a inizio anno di un ulteriore 13%, provocando le proteste dei sindaci e cittadini abruzzesi e laziali.

"Noi di 1 euro di pedaggio - ribadisce Fabris - tratteniamo 43 centesimi, con cui dobbiamo fare investimenti, pagare personale e costi di gestione, e possibilmente remunerare il nostro investimento, perché va ricordato che la nostra società ha dal 2009 speso 700 milioni in messa in sicurezza, e non ha ancora mai fatto utili". 

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