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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Reddito pro-capite dei lavoratori dipendenti: Pescara sotto la media nazionale, ma non è la peggiore in Abruzzo

Rispetto al 2019 nel 2021 la crescita è stata dell'1,5 per cento per un reddito medio di oltre 10mila 700 euro, maglia nera a L'Aquila con Chieti unica eccezione in positivo: le buste paghe più alte a Milano che stacca tutti, Rieti chiude la classifica stilata dal centro studi Tagliacarne-Unioncamere

Il reddito medio pro-capite dei lavoratori dipendenti della provincia di Pescara nel 2021 è stato di 10mila 760,31 euro con un incremento rispetto al 2019 dell'1,5 per cento quando il reddito era di 10mila 603,60 euro. Un numero ben al di sotto della media nazionale che ha registrato nel 2021 un reddito medio pro-capite di 12mila 473,20 euro con un aumento del 2,5 per cento rispetto a due anni fa.

Il dato emerge dall'indagine del Centro studi Tagliacarne-Unioncamere riportato da Today con Pescara che si piazza 46esima tra le 107 province-città metropolitane in classifica. Una posizione che la dice lunga sul proseguo della classifica dove a scendere, si incontrano anche Teramo e L'Aquila rispettivamente con redditi pro-capite nel 2021 rispettivamente di 10mila 620,16 euro (47esima con un aumento rispetto al 2019 del 2,3 per cento) e di 6mila 281,75 euro con l'aggravante per il territorio del capoluogo regionale di vedere anche scendere il reddito dello 0,9 per cento rispetto al 2019 (6mila 339,97 euro). Un numero che piazza L'Aquila tra le province e città metropolitane dove il reddito è più basso in assoluto: è 99esima.

Unica eccezione quella della provincia di Chieti dove il reddito pro-capite già nel 2019 era più alto della media nazionale attuale e dove nel 2021 ha registrato rispetto ai due anni precedenti, una crescita del 3,8 per cento. Nell'anno considerato, il 2021 appunto, questo è stato di 13mila 097,78 euro (27esimo posto in classifica) a fronte dei 12mila 620,63 euro del 2019.

Il 2020 per tutte le province abruzzesi, così come in buona parte del Paese, è stato un anno “nero”: tutte hanno registrato netti cali con Pescara che ha avuto un reddito pro-capite di 9mila 892,62 euro, Chieti di 11mila 992,01 euro (sempre il più alto nel territorio), Teramo di 9mila 736,71 euro e L'Aquila di 5mila 701,56 euro.

A livello nazionale è Milano la città che nel 2021 ha avuto le buste paga più alte con i suoi 30 mila 464,86 euro. Guardando agli incrementi i maggiori si sono registrati a Savona (+14,3 per cento con i suoi 10 mila 215,21 di reddito pro-capite), Oristano dove l'aumento è stato dell'11,8 per cento dove la media è di 7mila 723,58 euro e nel Sud della Sardegna dove il reddito pro-capite nel 2021 è stato di 6 mila 513,93 euro a fronte di un incremento dell'11.2 per cento.

Lo stipendio di Milano, come si evince, è superiore di due volte e mezzo rispetto a quello nazionale (di 12.473 euro), ma anche 9 volte più alto di quello di Rieti fanalino di coda nella classifica retributiva. Non solo: tra il 2019 e il 2021 le buste paga hanno avuto un incremento del 6,7 per cento. Va detto però che nel capoluogo lombardo il reddito da lavoro dipendente rappresenta oltre il 90 per cento del reddito disponibile contro il 63,1 per cento della media nazionale.

Anche a Bolzano (18mila 942 euro), Bologna (18 mila 628), Parma (18mila 175) e Roma (17mila 774) le buste paga sono ben più alte della media, ma comunque molto distanti da quelle che percepiscono i lavoratori milanesi.. In fondo alla classifica troviamo come detto Rieti (3mila 317), preceduta da Viterbo (4 mila 062), Agrigento (5mila 337) ed Enna (5 mila 557).

“L'analisi dimostra che la geografia delle retribuzioni è diversificata territorialmente, e sotto vari aspetti non rispetta la tradizionale dicotomia nord-sud - sottolinea Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro Studi Tagliacarne - infatti se confrontiamo la graduatoria del pil pro capite (che misura la produzione della ricchezza) con quella delle retribuzioni, vediamo che nel primo caso praticamente tutte le ultime trenta posizioni sono appannaggio di province meridionali (con la sola eccezione di Rieti), mentre in quella delle retribuzioni pro-capite troviamo ben 10 province del Centro-Nord, il che induce a riflettere sulle politiche dei redditi a livello locale”.

Tra 2019 e 2021, il peso in termini pro-capite del reddito da lavoro dipendente sul totale del reddito disponibile è rimasto stabile intorno al 63 per cento. Ma in 42 province su 107, delle quali solo sei sono del mezzogiorno, è aumentato passando dal 68,7 per cento nel 2019 al 69,7 per cento nel 2021. Nel complesso, l'incidenza delle retribuzioni sulle entrate disponibili si rileva più marcata nelle città metropolitane (71,3 per cento) meno nelle province (57,6 per cento).

Ai due estremi di questa forbice si trovano Rieti con il 23,9 per cento e Milano con il 90,7 per cento. Tanto che, se ci fosse una classifica del reddito disponibile al netto del reddito da lavoro dipendente, il capoluogo lombardo precipiterebbe all'ultimo posto in classifica con appena mila 131 euro a testa.

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