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Sanstefar, i dipendenti: "Sciopero ad oltranza, ci saranno disservizi"

Sei mesi senza stipendio e 400 lavoratori del Sanstefar, la struttura di riabilitazione del gruppo Villa Pini, indicono uno sciopero ad oltranza."Non possiamo più garantire la qualità e ci saranno disservizi: è una situazione "psichiatrica", non ne possiamo piu", dicono i lavoratori che hanno aperto una vertenza separata rispetto agli altri 1200 del gruppo

A partire dal 3 giugno prossimo alle ore 10 e 30 i lavoratori del Gruppo Villa Pini terranno un presidio a oltranza dinanzi all'Assessorato alla Sanità della Regione, per chiedere al presidente della Regione Gianni Chiodi, al commissario ad acta per la sanità Gino Redigolo, agli assessori Lanfranco Venturoni e Paolo Gatti che una loro delegazione, insieme a Cgil Fp e Cisl Fp venga ricevuta per trovare risposte concrete al problema del mancato pagamento degli stipendi degli ultimi sei mesi.

"I lavoratori hanno già depositato i decreti ingiuntivi contro la proprietà e le organizzazioni sindacali Cgl Fp e Cisl Fp hanno chiesto un incontro al presidente Chiodi, agli Assessori Venturoni e Gatti ed al commissario Redigolo. L'esasperazione dei lavoratori e il fatto che non si prefigurano soluzioni a breve della vertenza, ha portato le categorie della sanità aderenti a Cgil e Cisl ad adottare azioni eclatanti con l'obiettivo di spingere la Regione a porre in essere le soluzioni opportune".

Aggiornato alle ore 18 e 15 del 28 maggio

Alla fine hanno indetto uno sciopero a oltranza, i 400 lavoratori del Sanstefar, struttura di riabilitazione del gruppo Villa Pini articolata in 19 centri in Abruzzo che da sei mesi il personale non riceve lo stipendio.

 "Lo scioperò continuerà a oltranza", assicurano gli organizzatori. "Abbiamo aperto una vertenza separata - spiega una lavoratrice del centro di Chieti Scalo - rispetto agli altri 1.200 lavoratori del gruppo. Ci appelliamo anche alla Regione: le istituzioni non possono continuare a consentire questa situazione. L'assessore alla Sanità Dino Venturoni ha organizzato alcuni incontri ma ci sembra pura campagna elettorale; sicuramente noi lavoratori non andremo a votare".

"Solo per i colleghi aquilani - spiega la lavoratrice - è stato proposto di attivare la cassa integrazione, visto che il Sanstefar è chiuso dopo il terremoto, ma comunque per ora non hanno visto una lira. Non possiamo più garantire la qualità e ci saranno disservizi: è una situazione "psichiatrica", non ne possiamo piu".

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