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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Salta la proroga sul rinnovo delle concessioni demaniali, i balneatori abruzzesi: "Mappature delle spiagge e indennizzi sono le priorità assolute"

Cna, Confesercenti e Confcommercio con le rispettive associazioni di balneatori commentano la decisione della Corte Ue sul blocco del rinnovo automatico delle concessioni

Arrivano le reazioni e i commenti delle tre associazioni di categoria dei balneatori abruzzesi in merito alla sentenza della Corte europea che ha bloccato il rinnovo automatico delle concessioni balneari nei Paesi membri, come previsto dalla nota direttiva Bolkestein contestata da anni dagli stessi imprenditori degli stabilimenti balneari. La Corte di fatto ha spiegato che non può proseguire l'iter che prevedeva il rinnovo automatico delle concessioni di demanio per le imprese, ma ha anche aggiunto che in caso di "scarsità" di disponibilità delle coste non è applicabile, e inoltre dovranno essere i parlamenti degli stati membri a dove legiferare per dare chiarezza e risolvere la problematica.

Cna: "Mappature e regole chiare o ci saranno danni per l'offerta turistica"

La Cna balneari nazionale ha tenuto una conferenza nel lido Aurora di Pescara per avanzare le proprie richieste ed evidenziare le problematiche di questo pronunciamento che di fatto rivoluziona l'industria balneare anche nella nostra regione. Cristiano Tomei, responsabile nazionale:

"La politica adesso faccia ciò che ha promesso, mettendolo nero su bianco nella legge finanziaria: la mappatura delle nostre spiagge, per verificare prima, e certificare poi, il grado di disponibilità della risorsa-spiaggia in Italia, e garantire così nuove iniziative imprenditoriali. A questo punto la mappatura, che chiediamo avvenga entro l'estate  diventa l'elemento discriminante per proseguire la battaglia che ci siamo intestati da quindici anni e su cui non arretriamo di un centimetro: perché, dopo aver delineato con esattezza quanta parte del sistema costiero nazionale può ancora essere utilizzata per nuove iniziative imprenditoriali, occorrerà che attraverso la certificazione di Regioni e Comuni e la concertazione con le associazioni d'impresa, lo Stato vada al confronto con l'Europa sapendo che stiamo parlando di una risorsa tutt'altro che "scarsa", come si dice in gergo. Ci sono infatti ampie aree marine, ma anche su laghi e fiumi, che possono essere oggetto di nuove concessioni: e dai dati in nostro possesso sappiamo che con situazioni pur molto variegate da regione a regione esiste spazio per nuove iniziative di chi voglia fare impresa"

Tomei ha spiegato che questo clima di incertezza spaventa i balneatori che iniziano a bloccare gli investimenti, provocando un danno anche sull'offerta turistica complessiva, dando spazio a concorrenti sempre più agguerriti come Spagna e Francia. Luigi Di Marco, titolare dello stabilimento che ha ospitato l'incontro:

"Ho sessantasei anni, presto andrò in pensione: qui dentro lavoro da quarant'anni,  questo è il lavoro dei miei figli. Strano che in un Paese che ha salvato carrozzoni fallimentari con massicci investimenti di danaro pubblico, adesso il problema siamo diventati noi»". All'incontro erano presenti anche il direttore regionale di Cna Abruzzo, Graziano Di Costanzo e il responsabile regionale di Cna Turismo, Gabriele Marchese oltre al parlamentare di Fratelli d'Italia Guerino Testa.

Fiba Confesercenti: "Mappature e indennizzi priorità assoluta"

Giuseppe Susi, presidente regionale dei balneari di Fiba-Confesercenti Abruzzo segue la scia della Cna e chiede subito regole certe con la mappatura delle spiagge per capire la questione della scarsità e indennizzi in caso di perdita delle concessioni:

"Lo abbiamo detto in più occasioni e lo ribadiamo anche oggi: c’è assoluta necessità che si proceda alla mappatura al fine di verificare se la risorsa “costa” sia o meno scarsa, sia a livello nazionale che regionale. Questo passaggio non è più rinviabile. Urge un intervento dello Stato italiano in tal senso, così come nella definizione del principio del riconoscimento dell’eventuale indennizzo in caso di subentro in una concessione esistente. È fondamentale aprire un confronto con le rappresentanze sindacali per giungere ad una definizione della questione dei balneari, nel rispetto sia delle regole europee sia a tutelare il valore delle imprese. Anche a livello nazionale la Fiba-Confesercenti ha ribadito che siano maturi i tempi per una riforma del codice della navigazione ed in particolare dell’articolo 49, in modo da adeguare le norme alle attuali esigenze del turismo balneare che si sono andate a modificare dal 1942 a oggi. Non c’è più tempo da perdere".

Il Sib Confcommercio convoca un'assemblea regionale straodinaria

Il presidente regionale del Sib Confcommercio Riccardo Padovano, da noi raggiunto, ha fatto sapere che lunedì 24 aprile a Roseto nello stabilimento Aurora si terrà un'assemblea straordinaria dei balneatori per discutere del pronunciamento della Corte europea e le relative conseguenze:

"La sentenza era attesa ma l'esito non ci sorprende. La corte ha fatto applicare la direttiva Bolkestein però ha dato anche un indirizzo preciso per i governi dei singoli Paesi, che dovranno emanare leggi per risolvere la questione. Un punto importante e fondamentale sul quale agiremo e ci batteremo per avere risposte dal governo Meloni. Io leggo questa sentenza come un parere che di fatto toglie al consiglio di Stato la possibilità di emanare normative su questo argomento, a differenza di quanto accaduto in Italia. Il governo deve quindi subito aprire un tavolo tecnico di confronto con le associazioni, i portatori d'interesse, con i tecnici ministeriali per trovare la strada giusta ed emanare leggi che non danneggino la storia dell'imprenditoria del turismo del mare italiano e abruzzese. Prima di tutto serve chiarezza sugli indennizzi: in caso di revoca delle concessioni a causa dei possibili bandi pubblici, chi ha mantenuto la concessione per decenni ha investito sia materialmente che immaterialmente sul demanio pubblico, e quindi dovrà ricevere il giusto indennizzo. Inoltre in caso di bando, va riconosciuta una premialità agli attuali titolari. La mia riflessione poi per l'Abruzzo è un'altra: abbiamo 140 km di costa, togliendo le riserve di 20 km 120 km di costa a disposizione. Di questi 33 km sono in concessione ad alberghi, camping e simili. Dunque rimaniamo con 90 km a disposizione che rendono inapplicabile il concetto di "scarsità" espresso dalla Corte europea. Servono quindi mappature immediate e precise da parte della Regione e soprattutto si può tranquillamente agire con i bandi di gara pubblici su questi 90 km di spiaggia senza distruggere gli stabilimenti balneari già esistenti e storici che sono la base della filiera turistica italiana estiva e locale.

Basta con la demagogia: noi siamo d'accordo e pronti a rivedere i canoni di concessione ma vanno anche calcolati in modo proporzionato rispetto al luogo in cui la spiaggia si trova: in una piccola spiaggia della costa teatina non si può pagare lo stesso canone di Pescara, e il balneatore di Pescara non può pagare lo stesso canone di Forte dei Marmi."
 

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