Il profilo del giovane lavoratore a Pescara? Bravo ma precario
A delineare il profilo è il bollettino annuale 2021 del sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, che mostra l’andamento dell’occupazione in Italia
Bravo ma precario, questo è il profilo del giovane lavoratore a Pescara e Chieti.
A scattare la fotografia della situazione è il bollettino annuale 2021 del sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere ed Anpal, che mostra l’andamento dell’occupazione in Italia.
In un Paese sempre più “neet”, dove la percentuale di giovani che né studiano né lavorano va oltre il 25%, crescono in tutti i settori le difficoltà nel reperire personale specializzato.
La difficoltà di reperimento di personale riguarda anche l’Abruzzo e, in particolare, il 30% delle imprese pescaresi e il 34% di quelle chietine, come segnalano dalla Camera di Commercio. I maggiori problemi interessano, principalmente, i profili specializzati: per Chieti, operai specializzati (46,4%), professioni tecniche (40,8%), dirigenti (39,6%); per Pescara, professioni tecniche (45,9%), dirigenti (43,5%) ed operai specializzati (37,6%). Ma quali sono i settori maggiormente interessati da queste difficoltà? A Chieti il problema riguarda gli addetti alla logistica (+75%) gli specialisti in discipline artistiche e sociali (+49%); gli operatori della cura estetica (+47%). Di tutt’altra natura, le professioni che si faticano a trovare nel Pescarese che contemplano, al primo posto, farmacisti e biologi (+80%); al secondo, di pari merito, tecnici amministrativi e cuochi ed altre professioni turistiche. In linea generale, le figure più richieste sono, per entrambe le province, nel settore dell’alloggio e della ristorazione con +5.000 ingressi previsti a Chieti e +4.540 a Pescara.
Nonostante le difficoltà di reperimento si prevedono, comunque, nel trimestre gennaio – marzo 2022 sul 2021, maggiori entrate nel mondo del lavoro sia per la provincia di Chieti (+1020) che per quella di Pescara (+1010). Ma solo il 25% dei contratti stipulati a Chieti ed il 21% di quelli fatti a Pescara saranno a tempo indeterminato: il tipo di contratto più frequente è, per entrambe le province, il determinato con un + 37% su Chieti ed un + 45% su Pescara. In merito ai settori, si prevede una crescita stabile delle entrate previste nel settore dei servizi con un aumento, sul trimestre gen – mar 2022/21, di +1050 per Chieti e +640 per Pescara: complessivamente, si parla di un livello occupazionale in questo campo pari al 69% per Chieti ed un 56% per Pescara. Non si può dire lo stesso per l’industria di Chieti che, a differenza di quella pescarese, registra un segno negativo pari a -30: un dato piuttosto sconfortante considerato che, nel gennaio 2021, si registrava sempre per la provincia di Chieti, un +150. Sempre in relazione ai settori, quelli trainanti risultano essere per Chieti le Industrie meccaniche ed elettroniche ed il commercio; per Pescara, in pole position il commercio e, subito dopo, le costruzioni grazie alla spinta data dal super bonus.
«La ripresa dell’economia», afferma il presidente della Camera di Commercio Chieti-Pescara, Gennaro Strever, «non può prescindere dalla formazione e dall’orientamento. Diventa prioritario, in linea con quanto accade a livello nazionale, la crescita delle competenze green e digitali in grado di supportare la ripresa della grande industria, cuore pulsante dell’Abruzzo. Ma anche il tema della specializzazione è fondamentale: proprio oggi, hanno conseguito il titolo del Master di II livello in Diritto ed Economia del mare ben 13 studenti ed altri 20 si apprestano a iniziare la trentesima edizione. Un fiore all’occhiello dell’ istituzione che rappresento, realizzato in collaborazione con l’Università degli studi di Teramo».
Il Master in “Diritto ed Economia del Mare” (la consegna dei diplomi c'è stata qualche giorno fa) riconosce ben 60 crediti formativi e si svolge, da anni, con il patrocinio dell’Unric di Bruxelles, organismo dell’Onu che affronta temi del mare, della sua protezione e delle sue potenzialità. 647 gli iscritti e 645 quelli che fino a oggi hanno conseguito il relativo titolo, tra cui studenti greci, albanesi, croati, finlandesi, egiziani, spagnoli: oltre il 60 la percentuale di impiego.