Crolla la produzione di vino in Abruzzo: previsto un calo del 50%
Secondo le stime del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, il calo nella nostra regione sarà del 50% con punte fino al 60% nel Chietino. Meglio il Pescarese dove la diminuzione di produzione si fermerà fra il 30 e 40%
Vendemmia in chiaroscuro quella del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, che sta affrontando le conseguenze degli sbalzi del clima di quest’anno. Nella regione è iniziata da pochi giorni la raccolta delle prime varietà d’uva, raccolta che sarà ricordata per la pesante incidenza della peronospora, che ha colpito principalmente l’infiorescenza, e della siccità, con una perdita media stimata intorno al 45-50%.
Le stime indicano cali importanti nel Chietino, dove le intense piogge dei mesi di maggio e giugno hanno messo a dura prova i viticoltori nella lotta fitosanitaria. Durante l’allegagione si è assistito poi a un deciso cambio di rotta dal punto di vista climatico, con temperature sopra le medie stagionali, che hanno rallentato le maturazioni creando i presupposti per una vendemmia lunga e complessa.
La varietà bianca che si sta difendendo meglio è il pecorino, la cui vendemmia è iniziata solo da pochi giorni, mentre passerina, trebbiano e montepulciano affrontano un calo più significativo. Nicola Dragani presidente del consorzio ha dichiarato:
“In alcune aree le condizioni pedoclimatiche e le altitudini hanno portato a una minore incidenza del patogeno e, combinate con un lavoro efficace in vigneto, hanno permesso di contenere le perdite in pianta”.Le zone più colpite risultano essere la provincia di Chieti, con perdite che arrivano fino al 60%. Meglio nella zona di Pescara e delle colline teramane, dove comunque la perdita della produzione si attesta su una media del 30-40%, e nei vigneti in quota, dove la peronospora ha fatto sicuramente meno danni.