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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Coronavirus, per Bankitalia il Pil dell'Abruzzo si ridurrà più dell'8% nel 2020

A scattare la fotografia della situazione è la Banca d'Italia nell'aggiornamento congiunturale pubblicato oggi, venerdì 19 novembre

La crisi globale provocata dalla pandemia da Covid-19 (Coronavirus) incide pesantemente anche in Abruzzo dove si registra un forte peggioramento del quadro congiunturale.
A scattare la fotografia della situazione è la Banca d'Italia nell'aggiornamento congiunturale pubblicato oggi, venerdì 19 novembre.

In base alle ultime previsioni elaborate dalla Svimez, nel complesso dell'anno il prodotto interno lordo della regione dovrebbe ridursi di oltre l'8 per cento, un calo in linea con quello previsto per l'intero Mezzogiorno.

Questo quanto indica Bankitalia: «In presenza di forti limitazioni alle attività economiche, i livelli produttivi si sono marcatamente contratti nel primo semestre. Nei mesi estivi, in linea con le tendenze nazionali, sono emersi segnali di un significativo recupero. Rimane tuttavia elevata l'incertezza sulle prospettive a breve termine, in particolare nel settore dei servizi».

Il sondaggio effettuato dalla Banca d'Italia tra la fine del mese di settembre e l'inizio di ottobre su un campione di imprese industriali abruzzesi ha mostrato un diffuso calo delle vendite nel complesso dei primi nove mesi dell'anno e un ulteriore indebolimento dell'attività di investimento. Anche Le esportazioni sono diminuite in maniera netta, riflettendo soprattutto il calo delle vendite all'estero di veicoli commerciali, il principale prodotto di specializzazione della manifattura regionale. Per i prossimi mesi le aspettative degli imprenditori rimangono improntate alla cautela, anche se sono lievemente prevalse tra gli intervistati le indicazioni di un possibile consolidamento della ripresa delle vendite.

Le conseguenze dell'emergenza sanitaria, causata dalla pandemia da Covid, sul terziario sono state nel complesso più evidenti, per effetto della forte contrazione dei consumi e delle restrizioni alla mobilità delle persone. Nel turismo il calo senza precedenti degli arrivi e delle presenze riscontrato fino a giugno si è solo parzialmente attenuato nei due mesi successivi. Anche nel settore dei trasporti e nell'edilizia la ripresa dell'attività lavorativa osservata a partire dal mese di maggio è stata incompleta.

Sul fronte dell'occupazione, già debole nel 2019, il quadro è peggiorato ancora con l'inizio della pandemia, con effetti più marcati per i lavoratori con contratto a termine. In particolare, tra i dipendenti nel settore privato sono diminuite le assunzioni nette tra i giovani, tipicamente inquadrati in posizioni meno stabili, e le donne, per effetto della maggiore incidenza della crisi nel settore dei servizi, dove è più rilevante la presenza femminile. Il calo del numero delle persone in cerca di occupazione si è riflesso in una diminuzione della partecipazione al mercato del lavoro e del tasso di disoccupazione. Il ricorso agli strumenti di integrazione salariale, agevolato dalle misure governative di sostegno dell'occupazione, ha raggiunto livelli mai registrati prima della pandemia; i redditi delle famiglie sono stati sostenuti anche dall'accresciuto utilizzo delle diverse misure di contrasto alla povertà.

Nel mercato del credito, il forte incremento della domanda di fondi da parte delle imprese è stato soddisfatto anche grazie al miglioramento delle condizioni di offerta, favorito dalle garanzie pubbliche sui nuovi finanziamenti e dalle misure espansive di politica monetaria. Il credito alle piccole imprese, ancora in flessione a marzo, è tornato a crescere a ritmi sostenuti a partire dai mesi estivi; il calo dei prestiti alle grandi imprese, da ricondurre principalmente a specifiche operazioni di riduzione dell'indebitamento di alcune aziende, si è progressivamente attenuato. I finanziamenti alle famiglie hanno sensibilmente rallentato, prevalentemente a causa della brusca frenata del credito al consumo; il marcato calo delle compravendite di immobili ha determinato un indebolimento della domanda di mutui per l'acquisto di abitazioni. La qualità del credito è rimasta nel complesso stabile, anche grazie alle misure governative di sostegno al credito e all'utilizzo della flessibilità insita nelle regole sulla classificazione dei prestiti. La raccolta bancaria è stata alimentata dalla crescita dei depositi, sospinta anche dalla maggiore propensione al risparmio a scopo precauzionale. L'ammontare dei titoli detenuti a custodia nelle le banche, espresso ai valori di mercato, è lievemente diminuito alla fine del primo semestre.

Per consulatare il rapporto completo basta cliccare questo link: https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/economie-regionali/2020/2020-0035/2035-abruzzo.pdf

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