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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Pescara fra le città d'Italia con i maggiori rincari dei prezzi per bevande ed alimenti: + 9,2% in un anno

I dati sono stati diffusi dall'Unione nazionale consumatori ha condotto uno studio stilando la classifica completa delle città italiane in base alle percentuali di rincaro dei prezzi in un anno

Pescara è fra le città italiane dove nell'ultimo anno sono aumentati di più i prezzi di cibo e bevande. Lo ha fatto sapere l'Unione nazionale consumatori ha condotto uno studio stilando la classifica completa delle città con i maggiori rincari annui per quanto riguarda 2 voci del paniere, cibo e bevande, e luce e gas, elaborando gli ultimi dati Istat relativi al mese di maggio. La media di aumento nazionale è stata del 7,4%, un valore molto alto pari a circa 417 euro a famiglia, che arriva a 514 euro per una coppia con 1 figlio, 569 euro per una coppia con 2 figli e che raggiunge il record di 680 euro per una coppia con 3 o più figli. Ma in molte città si è andati ben oltre quella cifra: a guidare la classifica della città peggiori è Catania dove per cibo e bevande si registra un rialzo dell'11,1% rispetto a maggio 2021 (+643 euro in termini di aumento del costo della vita per una famiglia media) al secondo posto Imperia, con un incremento dei prezzi dell'11% e un aggravio annuo pari a 589 euro, al terzo Sassari con +10%.

Seguono Palermo (+9,9%), Teramo (+9,6%), Cosenza (+9,5%), in settima posizione Ascoli Piceno (+9,3%), e poi Trento, Gorizia, Pescara e Messina (tutte con 9,2%). La città più risparmiosa per mangiare e bere è Milano, dove i prezzi crescono 'solo' del 4,7%, seguita da Mantova (5%) e Como (5,2%). Sul fronte dell'energia elettrica, gas e altri combustibili compresa luce e gasolio per riscaldamento, in Italia l'aumento medio è stato del 64,7% pesando per circa 872 euro a famiglia su base annua, vi sono città con aumenti di molto superiori: a Bolzano le spese per luce e gas decollano del 112,9% su maggio 2021, seguita da Trento, +109,2%, anche qui oltre il doppio. Sul gradino più basso del podio Lodi (+79,8%).

Seguono tutte città della Lombardia, un segno che in questa regione evidentemente ci sono state maggiori speculazioni che altrove: Milano +78,2%, Varese +78,1%, Cremona +77,4%, Lecco al settimo posto con +76,8%, Bergamo +76,6%, Brescia e Mantova (entrambe a +76,5%), Pavia (+76,4%) e Como (+76,2%). Le città meno svantaggiate sono Sassari (+51,6%), Reggio Calabria (+52,1%), Cagliari e Napoli (+53,2% per entrambe).

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