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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Pedonalizzazione di corso Vittorio Emanuele, dalle associazioni di categoria un "no" deciso

Confesercenti, Confcommercio e Cna contrarie all'ipotesi paventata dall'amministrazione; per Dolci, Taucci, Padovano e Salce sarebbe solo un danno, fatto senza alcuna programmazione e che dimostra una vocazione "alla morte" più che allo sviluppo

Confesercenti, Confcommercio e Cna: un “no” convinto e condiviso alla pedonalizzazione di corso Vittorio Emanuele. IlPescara ha chiesto alla presidente Confesercenti di Pescara Marina Dolci, al direttore dell'associazione Gianni Taucci, al presidente della Confcommercio Pescara Riccardo Padovano e al direttore della Cna Pescara Carmine Salce, cosa pensano dell'idea paventata dall'amministrazione di rendere pedonale l'arteria centrale della città per tre giorni a settimana, dal giovedì al sabato, dalle 18 alla mezzanotte così come richiesto da alcuni esercenti. Il coro è unanime: l'ipotesi non è sta né in cielo né in terra.

Se per Taucci l'idea, dopo le decisioni prese in piena pandemia nei confronti del commercio hanno determinato per troppi lo stop del fatturato, rappresenterebbe la scelta di chi guida la città di vocare la città “alla morte”, per Dolci le prove generali della pedonalizzazione sono state già fatte su corso Vittorio Emanuele con la conseguenza di far chiudere molte attività: “quante altre dovranno farlo?”, si chiede. Ad avanzare la richiesta sarebbero stati i titolari della attività del food, spiega Dolci, ma non si può sempre dire “sì” alle richieste di qualcuno se poi i più, da lei sentiti, all'idea inorridiscono. “Corso Vittorio – aggiunge – deve essere percorribile sia da nord che da sud e se manca qualcosa è la segnaletica. Se dovessero chiuderla chi non è di Pescara non saprebbe dove andare a parcheggiare, come arrivare all'Area di risulta nome che, già per il nome che ha, indicherebbe un'area di stoccaggio e non un parcheggio. Ci saprebbero arrivare visto che neanche è indicato come fare? La riviera è diventata a pagamento, se arrivo da sud e trovo il corso chiuso, se non sono di Pescara, dove vado? La cosa non è fattibile e creerebbe solo più confusione a discapito degli esercenti che non fatturerebbero più”.

“Abbiamo combattuto perché si togliesse la pedonalizzazione in corso Vittorio Emanuele. Da sette anni è tornato alla normalità, io non so a chi sia venuta in mente questa idea – incalza Padovano -. Non è che ci si sveglia la mattina e perché qualcuno chiede qualcosa allora si fa o si pensa di farlo. Le scelte devono essere strategiche. Per me deve restare aperto, ma siamo disponibili a sederci ad un tavolo se si vuole parlare di un nuovo piano della viabilità. L'amministrazione dovrebbe dare ascolto alle organizzazioni di categoria che rappresentano il comparto di tutti i cittadini: Pescara non è solo corso Vittorio, corso Umberto, via Firenze o via Venezia. Pescara va da Santa Filomena a Francavilla al Mare e da Porta Nuova a San Giovanni Teatino”, aggiunge. “Si sta ragionando sempre come se si navigasse a vista – chiosa Salce -. Ha poco senso pedonalizzare se non c'è un disegno complessivo su come vivere il centro della città. Come associazione siamo contrari, ma siamo disponibili a fare un qualche ragionamento per vedere se c'è qualcosa di cui discutere, se c'è una programmazione, una visione. Detto così 'pedonalizziamo corso Vittorio Emanuele', non ha senso”.

“Il passato ci ha dimostrato che l'idea non funziona – conclude Taucci -. Aumentare la pedonalizzazione vuol dire creare l'impossibilità per gli  avventori di entrare in città. Aree così grandi sono pedonalizzate solo nelle grandi metropoli non nelle città come Pescara. Se poi vogliono pedonalizzare dalle 21 in poi ci spieghino perché. Dalle 18 in poi non è pensabile: la fascia oraria 18-20 è quella in cui si fattura di più, significa interrompere il fatturato delle attività. A questo punto bisogna capire cosa vuole fare questa amministrazione nei confronti del commercio. Così sembra più una vocazione alla morte che alla crescita”.

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