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Giovedì, 25 Aprile 2024
Economia

L'ex segretario della Cgil Abruzzo Franco Leone sull'occupazione: "È Teramo la provincia dove cresce di più, non Pescara"

Una replica al sindaco sui dati Istat elaborati dal professor Pino Mauro con cui precisa che se è vero che il territorio cresce, non lo fa quanto la provincia teramana a fronte di un territorio che il potenziale per diventare polo produttivo regionale ce l'ha, ma solo se la politica saprà fare la sua parte

I dati Istat sull'occupazione nelle province abruzzesi e in particolare in riferimento a Pescara sono stati letti “male”, ma sul candidare il suo terriotrio a “regina” dell'occupazione e cioè polo produttivo regionale “mi troverebbe nel ruolo di sostenitore fervente”.
A dichiararlo è l'ex segretario della Cgil Abruzzo Franco Leone che fa il punto su quanto dichiarato nei giorni scorsi dal sindaco Carlo Masci sulle valutazioni fatte dai numeri “avanzate dal valente professor Pino Mauro”, precisa. Il riferimento è alle parole del sindaco che ha parlato di un territorio, quello della provincia di Pescara, in cui rispetto al resto d'Abruzzo l'occupazione sarebbe in crescita con un dato in controtendenza con le altre di province. Così però non sarebbe.
“Il problema – ribatte Leone - è che il punto sui dati Istat compilato dall'economista Pino Mauro  è del tutto parziale, e non tiene conto della 'superiore' crescita, magari utile per avanzare rivendicazioni di primati in Abruzzo, è detenuta dalla vicina provincia di Teramo. Quindi non è 'corretto' definirsi unico territorio in controtendenza rispetto al resto d'Abruzzo, seppure buoni risultati sono stati raggiunti, anche a fronte della congiuntura internazionale segnata dalla crisi. Purtroppo i dati Istat dicono ben altro, se letti con maggiore attenzione”. “È  facile scoprire – spiega - che nella variazione 'occupazione e disoccupazione nel 2022' effettuando un raffronto tra valore medio dei quattro trimestri 2022 rispetto al valore medio dei quattro trimestri 2021, accade che la variazione percentuale degli occupati nelle regioni italiane vede, di fronte ad un Paese che cresce del 2,04 per cento, una frana dell’Abruzzo che scende del meno  0,3  per cento, un lungo declino che avanza costantemente”.  
“Ma questo – incalza l'ex segretario Cgil - potrebbe riguardare le diminuite capacità di attenzione di una distratta giunta regionale, anche perché  secondo l’anticipo del ricercatore Aldo Ronci  nelle more della predisposizione di un report con maggiore ed accurata analisi dei dati, possiamo dire che l’Abruzzo è penultima nella classifica nazionale dopo Basilicata e prima dell’ultima Umbria. Ma questo dettaglio dei dati Istat,nel confronto media 2021 con quella dell’anno 2022, secondo Ronci lascia emergere che, in questo calo percentuale degli occupati, è la provincia di Teramo quella ad uscirne meglio con una crescita positiva del 2,3 per cento, cioè 2.709 occupati in più, superiore a quella di Pescara di 1,8 per cento pari a 2.071 in più”. 
“Una crescita quella della provincia di Teramo, che si rende chiara anche con l’andamento positivo del tasso di occupazione divenuto pari al 2,1 per cento, superiore a Pescara che arriva all'1,6  per cento. Molto indietro – continua Leone - la provincia de L’Aquila con lo 0,2 per cento e la provincia di Chieti con un allarmante meno 1,1 per cento. La provincia di Pescara, seppure sopra avanzata da quella di Teramo, ha una crescita positiva sul  tema occupazione rispetto al resto della regione, dove Chieti e L’Aquila presentano indici negativi. Infatti a Teramo, secondo i dati trimestrali dell'Istat sul territorio,  registriamo  una crescita del tasso di occupazione del 2,1 per cento, superiore a quello di Pescara pari all’1,6 per cento – ribadisce -. Un tasso passato dal 56,6 per cento del 2021 al 58,2 per cento del 2022. Comunque se non siamo ancora la 'mosca”'cocchiera come provincia possiamo non accontentarci del numero degli occupati cha ha registrato,  a sua volta,  un’importante crescita percentuale dell’1,8 per cento con il passaggio da 116.909 a circa 118.980 persone (anno 2022) che hanno raggiunto un posto di lavoro”. 
“In conclusione possiamo pensare senza invocare improbabili  primogeniture non suffragate da numeri, che è vera l’esistenza di alcune condizioni sul territorio pescarese utile per una ipotesi di consistente crescita basato sul citato ed esistente patrimonio imprenditoriale rappresentativo di  una varia articolazione produttiva  che ha consentito di  fronteggiare e assorbire con maggiore flessibilità le passate crisi da pandemia, comprese quelle cicliche crisi.  Ma diviene urgente pensare su come organizzare 'politiche pubbliche – conclude l'ex segretario della Cgil - capaci di orientare e stimolare il 'genio' imprenditoriale del territorio. Il professor Sylos Labini proponeva il 'pollaio delle idee' . Potrebbe essere una buona novità per Pescara, visto che ci sono università e ricerca, sistema associativo sindacale ed imprenditoriale e lo stesso pofessor Pino Mauro. Allora si: progetto per Pescara polo produttivo regionale”.
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