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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Economia

Movida, le associazioni tuonano contro le restrizioni della zona Muzii: "Un danno e nessuna soluzione"

La rettifica alle autorizzazioni fa storcere il naso a quasi tutti i rappresentanti degli esercenti che in una scelta così non vedono neanche una soluzione al problema rumore: "Così si mandano solo in crisi le imprese"

Chiarimenti le associazioni di categoria ne vogliono su quella determina dirigenziale che va ad intervenire sull'occupazione di suolo pubblico rettificando le autorizzazioni date o in fase di rinnovo e che allo stesso tempo, interviene sul problema “rumore” nel quadrilatero della movida di piazza Muzii.

Una rettifica alle autorizzazioni per l'occupazione esterna che, fanno sapere i più, non ci si aspettava dopo la riunione avuta per parlare proprio del regolamento che si dovrà applicare in vista anche dell'approvazione del piano di risanamento acustico. Una misura “restrittiva” per Confartigianato, Confcommercio, Cna e Confesercenti dove a stupire è soprattutto quel “sostitutivo” che si richiama nell'articolo 134d del regolamento di igiene vigente e datato 2009, per cui per la somministrazione di alimenti si potrebbe utilizzare o lo spazio interno o quello esterno. Un articolo che tradotto, si legge nella determina, significa anche che "il numero dei posti tavola delle pertinenze esterne non può superare l'analogo numero di posti tavola all'interno dell'esercizio”.

Su una cosa sono quasi tutti d'accordo: ridurre il numero dei tavoli non ridurrebbe il rumore antropico, ma anzi per qualcuno potrebbe addirittura accentuarlo. Unica voce fuori dal coro quella di Casartigiani e del suo presidente Dino Lucente per il quale sebbene apparentemente restrittiva la misura potrebbe permettere di lavorare meglio e allo stesso tempo limitare gli schiamazzi. Se un problema c'è per Lucente è quello della somministrazione degli alcolici che andrebbe proibita, aggiunge, a chi non consuma nel locale.

Per tutti gli altri rappresentanti delle associazioni di categoria, al contrario, la scelta di limitare l'occupazione del suolo pubblico se non addirittura far sì che si utilizzi o il fuori o il dentro del locale è non solo impensabile, ma anche anacronistica e dannosa.

Lo pensa Fabrizio Vianale, direttore di Confartigianato Pescara per cui con quell'atto dirigenziale "si è dato seguito ad un regolamento del 2009 che non è contestualizzato con la realtà di oggi: è paradossale. Ignoro i motivi che hanno spinto a fare una cosa così restrittiva visto che la piazza orami si è svuotata. Mi sembrano misure che vanno nella direzione opposta rispetto a quella di valorizzare e ripopolare quella che è la bomboniera del centro. Basterebbe vivere la città quotidianamente per capirlo". "Da una nostra prima ricerca non ci sembra di aver trovato in altri comuni misure simili, ma anche se fosse non ci sembra che questa scelta soddisfi neanche la volontà di ridurre il rumore antropico, anzi va proprio nella direzione opposta – aggiunge -. Se ci sono i tavoli all'esterno le persone si trovano in più punti della zona e magari il rumore si riduce. Se finisce con la gran parte della gente che deve stare in piedi è molto più probabile che si creino punti di aggregazione massiva che, in punti specifici, non farebbe che aumentare il rumore antropico".

Vianale letta la determina, fa sapere di essersi confrontato anche a livello nazionale su quel "sostitutivo" che spaventa. "Nessuno ha mai sentito una cosa del genere – riferisce – perché se si finisce per dire 'o dentro o fuori' molti locali saranno destinati a chiudere visto che sono molto piccoli”. Un passaggio che va chiarito per capire se davvero è questa la chiave di lettura. “Siamo veramente esterrefatti – conclude Vianale -. Nell'ultimo incontro con l'amministrazione si era parlato della bozza del regolamento sull'occupazione del suolo pubblico cui lavorare nsieme ecco perché non capiamo da dove arrivi questa determina. Sembra che il quadrilatero sia fuori controllo, ma non è così”.

Per Luciano Di Lorito, nuovo responsabile del commercio e turismo della Cna, “è un palliativo che non risolve il problema del rumore perché a produrlo non solo solo gli avventori dei locali. Nell'ultimo incontro abbiamo chiesto un mese di tempo per formulare proposte che possano dare soluzioni che diano risposte a tutti e soprattutto che spostino l'attenzione completamente sui residenti: bisogna tener conto anche delle esigenze delle imprese che operano e investono portando reddito al territorio”. “Questa determina penalizza e non risolve nessun problema. E' giusto dare risposte a chi ci vive, ma non ci sembra questa la strada . conclude -. Le soluzioni vanno trovate insieme: questa è una misura sbagliata e non risolutiva. La città non si deve spegnere”.

“Nell'ultimo incontro – riferisce anche il presidente della Confcommercio Riccardo Padovano – si è parlato del regolamento acustico che deve andare in approvazione cercando soluzioni che non siano dannose né per i cittadini, né per i consumatori, né per gli operatori. Poi leggiamo questa autorizzazione con cui si chiede la rettifica delle autorizzazioni in essere e questa non è una cosa possibile: non si possono cambiare le carte in tavola. Prendo atto del fatto, come prevede la stessa, che altre autorizzazioni non saranno rilasciate, ma se prima ho concesso la messa in posa dei tavolini e poi ci ripenso non va bene. Si crea un danno a chi ha già pianificato il lavoro. Se c'è un'emergenza rumore – aggiunge come provocazione – allora chiudiamo tutta l'area. Così si mettono a rischio le imprese. Non inaspriamo gli animi con atti di questo tipo. Una determina così andava fatta dopo che il regolamento fosse stato approvato”, chiosa Padovano.

Infine il direttore di Confesercenti Gianni Taucci che fa sapere che sulla determina e il regolamento per l'occupazione del suolo pubblico chiarimenti le associazioni le chiederanno in consiglio comunale. "Modifiche vanno fatte", afferma. Anche per lui pensare che l'occupazione esterna del suolo pubblico sia alternativa, o meglio sostitutiva ai posti che si hanno all'interno dei locali è inconcepibile. “C'è una visione molto vecchia rispetto a quello che accade nel resto del mondo perché il suolo pubblico così come viene evidenziato da questa determina che richiama regolamento è dato a coloro che poi non utilizzano all'interno – aggiunge -. Ci sembra molto restrittiva se così fosse. In teoria lo spazio esterno viene dato per ampliare e far crescere un'impresa. Poi possiamo parlare delle metrature, possiamo discutere di tutto, ma sempre con un parametro di proporzione". Come a dire che se un locale è talmente piccolo da avere un bancone e due sedie non si può pensare che fuori metta solo un tavolo con sedie. "Se ci deve essere un regolamento – dice ancora  – allora facciamolo insieme. Poi se si pensa che riducendo i tavoli si riduce il rumore allora crediamoci che gli asini volano perché volano. La questione del limite del rumore è complessa se la controparte non si apre al dialogo”, prosegue riferendosi soprattutto ai residenti. “Certo è – conclude – che se questo è il percorso preso Pescara rischia di diventare la città del silenzio”.

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