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Lavoro, infortuni e morti da Covid, Cgil e Inca Abruzzo avviano una campagna straordinaria

Dall'inizio dell'emergenza  si contano 4.655 infortuni da contagio Covid in Abruzzo di cui 32 con esito mortale

Cgil e Inca Abruzzo e Molise avviano una campagna straordinaria per gli infortuni da Covid.
Come ricordano dal sindacato  e istituto di assistenza, la pandemia da Covid-19 ha inevitabilmente investito e condizionato anche il mondo del lavoro.

Dall'inizio dell'emergenza infatti si contano 4.655 infortuni da contagio Covid in Abruzzo e 579 in Molise. Di questi, 41 con esito mortale (32 in Abruzzo e 9 in Molise).

«Ancor più vasto, però, è il fenomeno delle malattie Covid non denunciate come infortunio sul lavoro», segnalano Cgil e Inca, «da un lato le difficoltà organizzative generate dal susseguirsi di normative e circolari, dall'altro i diversi approcci al tema da parte dei medici di base nell'inviare i certificati agli enti, hanno fatto sì che tanti si siano visti riconoscere la semplice malattia Inps e non l'infortunio sul lavoro Inail». Per questa ragione, la Cgil Abruzzo Molise con il patronato Inca regionale, ha avviato una campagna informativa e di sensibilizzazione sul tema. Nei prossimi  giorni verranno convocati i comitati consultivi provinciali dell'Inail presieduti dai membri della Cgil (Giuseppe Visco a Chieti, Leopoldo Di Filippo ad Isernia, Daniele Selli all'Aquila e Mauro Pettinaro a Teramo) con l'obiettivo di approfondire i numeri del fenomeno anche incrociandoli con le banche dati Inps, così come saranno interessate anche le altre strutture provinciali Inail. Contestualmente partirà un'attività di carattere informativo tramite assemblee sui luoghi di lavoro e comunicazioni ai singoli lavoratori per valutare se la propria malattia da contagio Covid, possa essere trasformata in infortunio. «Questo, in particolare», fanno presente da sindacato e patronato, «riguarderà quei settori in cui, a causa dell'elevata esposizione al rischio contagio, vi è “presunzione di infortunio” e non occorre dimostrare che il contagio sia avvenuto sul luogo di lavoro. Saranno quindi interessati tutti coloro che operano nel comparto sanitario (medici, paramedici e tecnici) e gli addetti alle vendite, i banconisti e chi opera in front-office. Affinché vi sia il riconoscimento dell'infortunio Covid è necessario attivarsi subito tramite il Patronato Inca Cgil, considerando anche che vi è una prescrizione triennale. Il riconoscimento dell'infortunio in luogo della malattia, oltre a benefici di carattere economico e contrattuale, garantisce, a differenza della semplice indennità Inps, anche la copertura per eventuali postumi che il contagio da Covid 19 dovesse generare. Necessario quindi, oltre a una capillare informazione per le lavoratrici e i lavoratori potenzialmente coinvolti, anche che Inps e Inail lavorino affinché venga garantito il riconoscimento pieno dei diritti a tutte e tutti».

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